Pesaro 24 giugno 1918

Carissimo Clausetti - eccovi i contratti di Patria lontana debitamente firmati ai quali aggiungo la lettera-permesso per i versi di Carducci della ditta Zanichelli di Bologna.
Ho ricevuto la vostra gentilissima che accompagna la lunga predica del divo Illica. Questi librettisti quando scrivono delle lettere creano dei capolavori; peccato che non avvenga altrettanto quando traducono in fatti le loro chiacchiere. Riconosco che Illica ha in parte ragione in fatto di Piccolo Harem; del resto se noi stessi non si fosse stati convinti che il contenuto drammatico di quel lavoro era molto esiguo non si sarebbe ricorsi all'aiuto di questo librettista praticone. Egli non ha quindi scoperto l'America! I suoi argomenti saranno giudiziosi – come voi dite – ma io traggo da essi una conclusione un po’ scoraggiante: tutti si rivelano maestri nell'arte della critica, cioè nel demolire ciò che gli altri fanno; ma quando si tratta di costruire tutti questi maestri si dimostrano così piccoli, così inetti, così scolari che fanno pietà.- Quindi io rimango della mia opinione e ritengo ancora Piccolo Harem, con tutti i suoi difetti e le sue manchevolezze, una cosa meno mostruosa delle ultime produzioni librettistiche che ora fanno il giro dei nostri teatri.
Il sig. Tito non è dunque ancora tornato? posso sperare che egli mi scriva informandomi dell'esito dei suoi colloquî con Forzano per ciò che riguarda Strega, quando sarà tornato costì?- Mi raccomando a voi, caro don Carluccio e vi ringrazio di ogni vostra premura. Mandatemi, vi prego, il copione del lavoro di Costa qui a Pesaro dove mi tratterrò fino all'8 o 10 di luglio.- Mia moglie vi ricambia i saluti ed io vi stringo affettuosamente la mano come il vostro
affmo Zandonai