Pesaro 12 maggio 1920

Caro Clausetti - non ho più ricevuto vostre notizie e col disservizio postale che impera mi sembra di essere relegato dal mondo! Amerei di sapere le impressioni dei nostri librettisti circa le nuove modificazioni stabilite per dramma di Giulietta; e se quelli si sono già accinti al lavoro e per quale epoca io posso contare di avere con me il libretto completo.
E mi interesserebbe anche moltissimo di conoscere le idee della vostra ditta circa le proposte che vi feci a Ferrara sulle modificazioni dei nostri contratti, modificazioni che non possono non essere prese in seria e benevola considerazione dato l'enorme mutamento dei tempi e ammesso che le esigenze della vita attuale impongono spese sei volte superiori a quelle dell'epoca in cui i nostri contratti furono stipulati.
Vi assicuro, caro Clausetti, che mi sento seccatissimo e assai addolorato di dover trattare simile argomento ma le spese giornaliere che subiscono rialzi continui e che seriamente impensieriscono anche i più modesti di esigenze, mi spingono proprio a dover chiedere a voi. Gerenti della ditta Ricordi, che almeno le somme di premio dei miei contratti, fissate nel 1912, siano rialzate, oggi, in modo equo tanto che non debba io solo subire le conseguenze della guerra e che i danni a questa dovuti vengano almeno ripartiti fra me e la vostra Ditta.
Non mi sembra di essere esagerato nelle mie pretese e attendo perciò una risposta degna dei larghi intendimenti ai quali voi, nuovi Gerenti, vi siete fino ad ora ispirati; risposta che mi sarebbe assai salutare in questo momento in cui sto per accingermi ad un lavoro di mole e di grande importanza artistica.
Vi prego di ricordarmi al sig. Renzo e di gradire l'affettuosa stretta di mano del vostro
affmo Zandonai

P.S. Vi mando la ricevuta solita firmata. L'altro giorno vi avevo pregato di farmi spedire dalla ditta Lire 600 di spese per i due viaggi a Milano e Ferrara. Forse ve ne siete dimenticato. Mi permetto di ripetervi la preghiera. E mille grazie!