Trieste 13 genn. 1923.

Carissimo Valcarenghi - leggo la lettera – consegnatami da Guido – che il sig. Mocchi ha scritto al nostro Clausetti circa la mia vertenza col Teatro Lirico Italiano. Non voglio nemmeno discutere le ragioni che il sig. Mocchi tira in ballo e che in linea di affari, di fronte ad un contratto chiaro, non valgono un fico secco... E poiché desidero di risolvere la quistione al più presto io vi prego e vi autorizzo a definirla sulla base delle offerte che lo stesso sig. Mocchi fa nella sua lettera.- Se riuscirete ad ottenere di più delle 8000 lire tanto meglio, se no mi si liquidino queste e non si parli più di questa faccenda. Sappia però il sig. Mocchi che, fra l’altro, regalo all’Impresa del Costanzi anche una recita perduta per malattia e che in base al contratto avrebbe dovuto essermi pagata. Dunque si spicci presto il sig. Cuccia che i mesi passano e coi mesi anche gli interessi dei miei denari.- Grazie, caro Renzo, e affettuose cose dal vostro
affmo Zandonai
Guido vi scriverà della Via della finestra. Finora tutto bene.-