Data: 22/2/1925



Luogo: Napoli

ID: LLET015626




[Napoli] 22 febbr. 1926.

Caro don Carluccio - grazie della vostra lettera alla quale rispondo dandovi anche notizie delle recite dei Cavalieri secondo l'espresso vostro desiderio. La 4a è andata pure bene; ma la 5a, che ha avuto luogo ieri, in mattinée, ha segnato il vero trionfo dell'opera. Il teatro era imponente di pubblico e gli applausi a scena aperta e alla fine di ogni atto hanno raggiunto un diapason impressionante. La cronaca degli applausi ha subìto una modificazione dalle prime recite: ora gli atti più applauditi sono il 2o e il 3o. Il quadro della neve (IIo dell'atto IIo) è quello che più tocca la corda sensibile di questo pubblico. È chiaro che l'esperimento nostro è riuscito e che quel quadretto è posto ora nella sua giusta luce. Ora il mutamento di scena viene realizzato in poco più di due minuti dandomi modo di non staccare nemmeno di un quarto di misura l'intermezzo del 2o quadro. Attraverso, poi, queste ultime recite mi è venuta un po’ di perplessità sul fatto di togliere o di lasciare l'intermezzo nelle eventuali future esecuzioni. Certo è che il taglio dell'opera ora mi sembra perfetto.-
Domani, martedì, sesta recita dei Cavalieri; e domenica 7a recita ed ultima perché la Casazza assolutamente dovrà trovarsi a Trieste per il giorno 2 marzo. Peccato, perché se questa artista insostituibile avesse potuto trattenersi ancora a Napoli è certo che di recite fortunate se ne avrebbe potuto fare una dozzina.-
Ma come vedete il fatto di insistere un poco con un’opera complessa come i Cavalieri può portare a dei grandi vantaggi. Fino ad un certo punto si può contare sulla comprensione immediata di un pubblico; epperò quando la direzione scaligera monta le opere nuove dei giovani maestri italiani per 4 o 5 recite danneggia l'arte italiana anziché aiutarla. Quando poi, come nel caso recentemente avvenuto, riprende un’opera per due recite commette un vero assassinio che non si può perdonare né si deve dimenticare...
Ai primi della settimana ventura sarò a Pesaro dove mi potrò godere, finalmente, un po’ di pace.-
Abbiatevi i saluti di Laganà e di tutti quelli del S. Carlo specie del vostro amico Mo Alagna che in questi giorni si affatica più che mai con le prove di Boris.-
Tante cose da mia moglie a voi e a tutti i vostri e un’affettuosa stretta di mano dal vostro
affmo Riccardo
Ricordatemi all'amico don Renzo.-
 

Trascrizione di Diego Cescotti - Biblioteca Civica di Rovereto

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 190 X 170 mm

Lettera titolo LLET015626