Pesaro, 5 marzo 1929

Carissimo don Carluccio - la vostra lettera, giuntami ieri, mi ha chiarito la situazione dell'Opera Comique. Speriamo che l'interprete n^o 2, signora Cortot, abbia tutti i requisiti per portare l'opera felicemente in porto. Mi auguro anche che la messa in scena sia degna delle tradizioni del teatro e che tutto l'insieme dell'esecuzione risulti, per lo meno chiaro e vivo. Io, purtroppo, non ho potuto realizzare il desiderio di raggiungervi: dopodomani comincierò le mie prove a Pisa e ritardare l'andata in scena di Francesca avrebbe voluto dire far piangere di disperazione Ragazzini per un intero anno... Credo, invece, che combinerò il mio viaggio a Budapest che dovrebbe avvenire nella seconda metà di aprile.
Dopo Pisa, verso il 20, circa, sarò a Milano. Ho già concluso per le due esecuzioni di Giuliano alla Radio. Ci rivedremo, quindi, presto. È inutile che vi dica con quanto interesse attendo l'esito di questa première parigina. Siatemi gentile di notizie; telegrafatemi a Pisa dopo la generale, al Teatro Verdi e incaricato [recte: incaricate] il vostro rappresentante di costà di inviarmi i giornali parigini – almeno i principali – anche se parlano male dell'opera poiché io sono ben preparato alla sistematica stroncatura dei critici francesi.
Ho inviato la vostra lettera a Nicolino, il quale vi avrà fatto cento raccomandazioni riguardo ai corrispondenti della stampa estera; eppure, io non sto a riparlarvene abituato – diligente come siete in simili cose.-
In attesa del successo – perché voglio un successo (!), vi abbraccio di cuore inviandovi i saluti di mia moglie.⁽¹⁾
Vostro affmo Riccardo

⁽¹⁾ Mia moglie vi chiede un favore. Se passando da un profumiere trovaste un profumo veramente straordinario, vi prega di ricordarvi di lei. A Milano prossimamente ne fareste la consegna ed io vi rifonderò il prezzo compreso... il trasporto. Grazie.