Data: 25/12/1846



Luogo: Verona

ID: LLET002509




Carissimo Sigr. Giovanni

 

Qui pure nevica, e fa freddo, ed io sto benone e sono contentissimo di sapere che ella può dire altrettanto.

Oggi stesso scrivo a Parma per sapere come debbo regolarmi per inviare la copia legata della Luisa a Maria Luigia, e fin tanto che mi viene la risposta, che sarà subito, la prego ritenerla presso di se [sic].

Eccomi al nostro progetto. Sta bene che la sua lettera in data del 22 mi serva di compromesso suo a mio riguardo, e che questa mia abbia la stessa forza presso di lei. A Milano appianeremo le differenze che dovranno farsi al contratto, e che si riducono a tre. Prima di tutto non mi piace punto la metamorfosi delle Lire austriache in Lire milanesi, ma su questo rimarremo facilmente d’accordo. Il secondo cambiamento che io vorrei, si è sul riguardo dei Libretti da musicarsi che io non vorrei fosse a mio carico. Il terzo di non avere una epoca fissa per la estinzione del contratto.

Il resto del contratto sta benissimo, meno però aver io l’obbligo di mandare lo spartito originale a Milano per estrarne le copie. Questo si potrà fare qualora io dia una Opera poco lungi da Milano, ma se dovessi comporre pel San Carlo di Napoli come si fa per un cambiamento per una puntatura ecc. ... a scrivere alla copisteria di Milano? Questa già è una cosa che non vuol dir nulla e che ci combineremo al momento. In ogni modo ella può ben credere che io farei venire i Copisti a casa mia e che una sola nota non verrebbe rubata, anzi io prenderei anche quest’obbligo sotto la mia responsabilità.

Per dire propriamente quel che penso, mi piacerebbe molto più di combinare come io le dissi (e scrissi) a Milano, col solo cambiamento di due Opere, in vece di quattro, e di Otto mila austriache in vece di venti mila. Il resto delle condizioni come accennai in quel foglio che le consegnai ed aggiungendo s’intende tutti quegli obblighi di cessione, di porre in iscena [sic] ecc. ... come ella accenna nella sua a me. Io credo di essere discretissimo, e così rimarrebbe anche fuori di contratto l’opera che scriverò per Lanari e mi metterei in saccoccia que [sic] 3 mila franchi che non mi faranno certamente male allo stomaco. In quanto alla mezza proprietà di quell’opera io scrissi a Lanari che il contratto non era stato combinato in quel modo fra lui e me, e che non era giusto che ci avessi a perdere quella mezza proprietà. Chiusi la lettera col dire che in Quaresima mi sarei portato a Firenze per sentire l’opera nuova di Verdi e che in quel tempo speravo che avrebbe voluto porre rimedio al tutto. Penso adunque che sia meglio per noi due di lasciar fuori quello spartito, perché n Quaresima io potrei anche accomodarmi in modo, con Lanari, che avesse a lasciarmi tutta la proprietà, diminuendo s’intende la mia paga, e così io cederei a lei per intero quell’Opera, e questo sarebbe un contratto a parte. Lunedì partirò per Milano.

Ier sera ebbe luogo la prova generale che andò passabilmente. Vuol sentire il mio pronostico. Bene a Genova, discretamente a Vicenza, e male a Verona. Sono stato a Vicenza per assistere ad un pajo di prove, e sono stato contentissimo di Moriani, gli è veramente un bravo Direttore, tutti i tempi giusti, non come questo di Verona che non si sa mai se sia tempo piovoso, o tempo sereno, e che alla fine sarà tempo perduto. Dacché sono a Verona non ho perduto tempo a poltroneggiare: Ferri sta procoleggiando per me coi Favale per il Carnevale del 48 a Torino; egli è scritturato colà per quell’epoca.

Ho scritto al Direttore di Polizia a Parma che è anche il capo della commissione per vedere se si concluda, o no, per il Carnevale del 48 per l’opera d’obbligo. Ho scritto anche a Fabrici per rinnovare il contratto ch’ebbi con lui un anno fa per il [Santo] di Padova, ma s’intende a condizioni più vantaggiose per me. Infine io dico che o da un lato o dall’altro concluderò qualche cosa di buono, e credo pure che se avessimo a ultimare il nostro contratto farei come ora il procolo a me medesimo.

Un bravo dilettante di qui mi ha fatto sentire un gran bel Pezzo di musica, s’intitola Il Calvario ridotto per Piano-Forte con accompagnamento di 4 Carrabinieri [sic]. Se mai volesse farne acquisto bisognerà accennarmelo subito. Solamente il titolo vale un Perù. I saluti a Cav. Tito ed al gentile Sigr. Cerri. L’amicissimo ed aff.mo suo Gualtiero Sanelli

 

Verona 25 Dicembre 1846: Questo è veramente

il giorno che precede quello ove si fa maggior

consumo di gelatina e tremarella da tutta la

famiglia Burattinante o Marionettante.

 

Buone feste !! a tutti

 

In questo punto ricevo una lettera del Sigr. Fabrici (al quale io scrissi) e che mi dice essere contentissimo ch’io scriva una nuova Opera pel gran Teatro di Trieste l’autunno del 47, e che io inoltri subito le mie pretese. Mi assicura che la compagnia sarà di valore. e che Mi dice ancora sapergli dire su qual libro scriverò. A Milano ella mi dirà cosa dovrò domandare.

Trascrizione di Paola Meschini

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 225 X 172 mm

Lettera titolo LLET002509