Pisa, 14 marzo 1929

Carissimo Don Carluccio - il tono del vostro telegramma, inviatomi dopo la prima di Conchita, mi dice che l'opera dev'essere stata accolta bene dal pubblico parigino. Ne sono proprio contento e mi auguro che il successo sia duraturo tanto da decidere la direzione dell'Opera Comique a mantenere l'opera nel repertorio. Immagino le vostre apprensioni alle ultime prove. Noi, in Italia, siamo sempre i creduloni che immaginano tutto bello e tutto in ordine all'estero; viceversa tutto il mondo e paese e tutti i teatri – salvo eccezioni – sono uguali. So, caro don Carluccio, che vi siete prodigato in tutti i modi per portare l'opera a lieto fine e questo mi è stato comunicato anche da amici che stanno a Parigi, epperò vi ringrazio di cuore di quanto avete fatto in favore mio e di Conchita e ringrazio pure la ditta, la quale, tenendo conto dei miei impegni in Italia, vi ha incaricato di sostituirmi nel viaggio a Parigi. Della stampa francese non mi meraviglio né mi preoccupo anche se è cattiva; quando mai non ci ha stroncati, noi, italiani? Vorrei che l'opera resistesse al pubblico e questo è l'augurio che io faccio a me stesso ed ai miei illustri Editori.
Qui, ieri sera, è andata in scena Francesca. Il teatro era esaurito e il pubblico ha fatto all'opera ed al suo autore feste entusiastiche. L'esecuzione è buona in tutto l'insieme. Bene il Masini e straordinaria la Melis (la quale è molto in voce) festeggiatissimi durante tutta la serata.- Felice il Ragazzini che ormai vede assicurata la fortuna della stagione.-
Attendo sempre notizie della Radio milanese per poter regolare le mie recite qui.-
Affettuosi saluti a Renzo che ringrazio del suo gentile telegramma. A voi, caro don Carluccio, il mio abbraccio.
aff^mo Riccardo
Mia moglie vi saluta e vi ringrazia entusiasta del profumo arrivato dal cielo di Parigi. Ci rivedremo presto.