18 Luglio 1894.

Puccini carissimo.

Sono stato assente tre giorni da ciò il ritardo a risponderle. Non mi meraviglia, no, la di Lei decisione, ma mi rattrista assai, assai. Ecco ancora molto mesi perduti!.. infruttuosi; nè vedo una decisione forte, risoluta in Lei anche per la Bohème, dal momento che scarta anche il 2° Atto!!... Che cosa rimane allora?.... Vedrò Illica e gli parlerò subito = speriamo riesca a qualche cosa!- Mi permetta però, caro Doge, che colla solita mia franchezza le osservi come abbia aspettato tardi ad accorgersi dell'eccesso di dialoghi nella Lupa, dopo cioè aver cominciato a musicarla, dopo che i giornali, persino, annunciavano prossima la comparsa di quest'opera!! - dopo il viaggio a Catania.- Ma infine, queste sono osservazioni oramai inutili ciò che preme è ch'Ella possa bissarsi su di un lavoro e continuarlo indefessamente, e guadagnare almeno in parte tanto tempo perduto, mentre sarebbe stato una fortuna per tutti, e prima anzi per Lei, l'aver pronto un lavoro per quest'inverno.

Io andrò a Levico, credo, il 27 corr= se la mia salute non esigesse questa cura, tralascerei di muovermi, per curare il libretto della Bohème, e sollecitarne una buona volta la fine. Ma, purtroppo, a Levico quest'anno non posso rinunciare = quindi affidomi completamente in Lei per condurre in porto la nave. E se facesse una corsa a Milano prima ch'io parta, trovandoci ancora una volta con Illica?.. Non lo spaventi il caldo: si rammenti un buon precedente consimile: il finale III° della Manon. Nulla so di Willi a Roma: Bensì è combinata ancora la Manon.

Saluti i più cordiali di tutti noi, anche alla Sig.^a Elvira e Fosca: auguriamo eccellente campagna, eccellente salute = ed un biglietto per lei per un treno direttissimo che lo conduca alla stazione di arrivo: La Bohème. 

Una stretta di mano affettuosissima da Suo 

Giulio Ricordi