Milano 19 luglio 94.

Carissimo Puccini.

 

Faccio seguito all'ultima mia, dopo aver avuto un lungo colloquio con Illica - e le scrivo ..... molto sbalordito, avendo trovato Illica irritatissimo con Lei!!!.... e quasi, quasi deciso a non volerne saper più della Bohème per la quale se lamenta d'aver perduto tanto lavoro e tanto tempo, senza frutto alcuno, vedendosi preso, lasciato, ripreso, messo da parte, come un cane. Infine, è inutile ch'io mi dilunghi: la conclusione è che ho ottenuto da Illica ch'egli si metta subito al quartiere latino = e vuole ch'io Le scriva (ecco perché lo faccia) che si mette al lavoro per solo mio riguardo!!. Ambasciator non porta pena. Quanto al 2° Atto, dice inutile scartabellare i lavori indicati, sortendo dal seminato: trova ottima la barriera (ed io divido questo parere), rimessa com'era prima: su questa, nel caso del lavoro, si vedrà cosa sarà utile di fare, tagliare, modificare: quindi porrà mano anche al 3° Atto. Scrivo subito a Giacosa, per farmi mandare l'Atto 2°- Intanto, in mezzo a tutto questo trambusto, a questa tempesta, non veggo che un raggio di sole consolatore: ed è l'assicurazione ch'Ella lavora a tutta lena e bene: avanti dunque! Mi rammento il bellissimo attacco anche del Quartiere Latino! Ah! Doge, Doge!!..quanto, quanto tempo perduto!!. Una cordiale stretta di mano dal

suo Aff

Giulio Ricordi