Date: 23/11/1916



Place: Milano

ID: CLET001508




23.XI.1916
 
Caro Giacomo,
Adami mi aveva lasciato sperare una tua visita a Milano, ma ora mi avverte che non ti puoi muovere da Torre - da parte mia sono qui inchiodato senza nessuna possibilità di lasciare via Berchet; le ultime chiamate sotto le armi mi portano via altri impiegati ed altri operai e così le difficoltà per tirare innanzi il carro editoriale si accumulano ogni giorno più.
Ecco il perché ti scrivo e non ti vengo a trovare come sarebbe mio grande desiderio.
Per "Il Tabarro" stanno bene le cinquantamila lire - per le percentuali sui noli insisto pel 35% a tuo favore e ciò perché abbiamo a nostro carico le percentuali di Gold e di Adami.
Per le royalty sulle edizioni ti faccio questa proposta - di metterle in contratto come furono concretate per "I due Zoccoletti" e di dichiarare in una lettera a parte che sino a che il prezzo della carta per la stampa della musica sarà superiore alle 100 lire al quintale esse saranno ridotte a metà. Non credere, caro Giacomo che questa sia un'impuntatura da parte mia - è una conseguenza dolorosa per noi editori del caro prezzo della materia prima non compensata affatto dal dieci per cento di aumento sui prezzi di vendita che siamo costretti di imporre al pubblico. Sai che cosa pagavamo la carta da stampa prima della guerra? lire sessantasei al quintale - e sai che cosa paghiamo ora? lire centottanta (!!) e i fabbricanti di carte non accettano contratti a lunga scadenza perché ogni due o tre mesi esigono dei nuovi aumenti. Questa è la condizione reale delle cose e tale rimarrà per chissà quanto tempo, peggiorando anche, durante tutto il tempo della guerra ed anche dopo.
C'è forse della gente che vive giorno per giorno senza far calcoli o per non vedere il pericolo nasconde la testa vuota nella sabbia, come fa lo struzzo - ma io, caro Giacomo, sono stato abituato a far dei conti e a farli in modo da parare ai danni formidabili che questa guerra spietata fa alla nostra industria editoriale. Per queste ragioni, che si basano sui numeri, io ti chiedo di accettare la mia proposta che mi sembra equa ed onesta.
Ho qui una lettera del Gunsbourg, furibondo contro la Casa Sonzogno - non contro te - a proposito della "Rondine" a Monte-Carlo.
Ecco come stanno le cose: quando Gunsbourg tornò dall'averti visto a Torre mi disse che tu desideravi dare quest'anno la "Rondine" anziché il "Tabarro" - che era d'accordo con te per la distribuzione delle parti e che - se io non avevo nulla in contrario - si sarebbe dato il "Tabarro" l'anno prossimo per lasciare il posto quest'anno alla "Rondine". Risposi che mi dispiaceva assai di cedere il passo alla novità di Casa Sonzogno, ma che se egli era già d'accordo con te io non mi opponevo affatto a questa trasposizione, tanto più che il "Tabarro" non era ancora di Casa Ricordi e in ogni modo non potevo garantire quando mi sarebbe stato consegnato.
Ho creduto dunque in piena buona fede che tu, Sonzogno e Gunsbourg eravate perfettamente d'accordo; cos'è dunque questo nuovo pasticcio che nasce, non certo per colpa mia?
Prima di rispondere al Gunsbourg ti prego di dirmi come stanno le cose, ché non vorrei far nascere altri pettegolezzi intorno a questa faccenda. E' vero o non è vero che dicesti al Gunsbourg di preferire per quest'anno a Monte-Carlo la "Rondine" alla "Houppelande"? Gunsbourg soggiunse persino che tu credevi più adatta la "Houppelande" all'Opéra-Comique che non al Teatro du Casino.
La lunga chiaccherata è finita aspetto tue nuove e buone in ogni senso.
Come ti scrissi Chiusuri, il decifratore più antico dei tuoi geroglifici, è a tua disposizione e saprà perfettamente cavare una bella copia dalla partitura originale del "Tabarro"
Con un affettuoso abbraccio credimi
il tuo
Tito Ricordi
Transcription by Archivio Ricordi



Typology copialettere
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Letter name CLET001508
Volume Signature DOC01144
Year 1916-1917
Volume 04
Pag 433-436
No. pag 4