14-XII-96

Caro Sor Giulio.

Va bene. Mi metto subito all’opera. Ma mi pare che finire il primo atto con un monologo e cominciare con un monologo il secondo, e dello stesso personaggio, sia cosa un po’ monotona. Senza contare che questo Scarpia che perde tempo a descrivere se stesso è assurdo. Uno Scarpia agisce, ma non si enuncia a parole. Voi mi dite che musicalmente il pezzo giova, ed io non posso nulla opporvi su questo punto. A me scenicamente e psicologicamente questo monologo pare assurdo. Ci metto mano, ma declino ogni responsabilità.

Vostro aff.

Giuseppe Giacosa