Date: 11/1893



Place: s.l.

ID: LLET000204




9bre 93

 

Egregio Signor Giulio,

prima di tutto = Vive la France!..Così se la presente avesse a capitare fra le mani di un qualche francese, o, peggio, di un qualche russo, non vi è a dubitare sulla purezza dei nostri sentimenti francofili.

Comincio coll’accludere una eloquente cartolina di Puccini. 

Come?! Puccini è già stanco della Bohème?.

L’altra mattina fu da me a colazione l’Elvira e da questa ho saputo – e non m’ha fatto maraviglia – che Puccini ha lavorato poco – poco – poco.

Ma dal lavorar poco al volere applicarsi ad un’ altro lavoro c’è una bella differenza, -tanto più se si riflette quanto necessario sarebbe per la Bohème rapidità di concezione e di lavoro - per mille e una ragioni!.

So benissimo che Puccini è un’ orologio che si monta e si smonta facilmente - ma in qualunque orologio il tempo cammina rapidissimo e non ritorna più - e ogni entusiasmo perduto è un disinganno, è uno scoraggiamento di più.

Nella Boheme, poi, c’è [lasci correre l’espressione un po’ drammatica] un pò del nostro onore, di noi tutti. 

Io non Le nascondo che l’abbandonare così una battaglia affrontata, voluta, ingaggiata con tanta pubblicità mi abbrucierebbe…..anche per l’avversario….che non la risparmierebbe ad alcuno.

Per carità, dunque, non la dia vinta al Puccini.

Puccini deve fare la Boheme, non solo ma deve farla presto - e deve farla bene - e deve ottenere quel successo del quale Ella e io siamo già sicuri.

Del Giacosa mi rincresce infinitamente; - come Le ho detto, da parte mia fingo di non sapere dei suoi pentimenti;-  ma non mi nascondo che se il Puccini avesse solo a dubitare di avere nel Giacosa un socio della sua poca-fermezza, la Bohème correrebbe un gran rischio per la sua esistenza.

Le avrei scritto ugualmente per un’idea che mi è venuta all’audizione della Manon di Massenet - quando questa cartolina di Puccini mi ha completamente disorientato, così che sento il bisogno di prender fiato.

*(qui prendo fiato – come pel bacio della Stehle e Garbin!...).

EccoLe lamia idea:

Appena tornato dall’Istria, mi trovai in mezzo agli entusiasmi milanesi della Manon di Massenet. A sentirli quella di Puccini non avrebbe potuto più reggere al confronto.

Sono andato con tutte le disposizoni per venirne entusiasmato - e sono uscito di teatro coll’idea che se la Manon a Brescia poteva togliere parte della curiosità alla prima della Scala, in buon punto giungeva quella di Massenet a ridonargliela completa - non solo, ma secondo me ad accrescerle anche, invece di toglierle, effetti e successo. 

Non che quella di Massenet……

Ma, ripeto: Vive la France!..

Però dall’audizione della Manon di Massenet mi venne un’idea…questa: 

Se per la Scala con un’ ardito colpo di forbice si tagliasse il finale primo e al suo posto vi si ponesse qualche cosa di Lescaut e Geronte che rendesse poi più chiaro il secondo atto?...

In attesa del Suo parere e del Suo ritorno, mi creda sempre

Suo devot.mo

L.Illica

Transcription by Graziella Bertelli


Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 210 X 135 mm

Letter name LLET000204