Date: 22/9/1907



Place: s.l.

ID: LLET000310




22/9 '07

Carissmo Sigr Giulio,

la lettera che Ella mi scrive chiude degnamente per entrambi l'epoca dei nostri rapporti d'Arte e - anche - d'affari. Nei miei lavori ho fatto tutto quanto ho potuto e in questioni di denaro so di essere stato galantuomo; Ella per me è stato tutto, onde la ricompensa fu anche maggiore dell'opera mia; ci lasciamo amici, io non potevo dunque desiderare di meglio.

Non posso abituarmi ora a guardare dietro le lenti di quella troppo ottimista filosofia alla quale pare voglia ancora inspirarsi la benigna Sua lettera. E in questo vi è da parte mia non una meschina rappresaglia personale ma una ragione artistica e forte.

Riflettendo all' =Austriaca= così come verrebbe fuori non Le nascondo che l'opera ridotta così assumerebbe l'apparenza di un =per me di Maria Antonietta. La figura non riuscirebbe completa, e certi nomi di grandezza storica non possono né debbono, riprodotti in Arte, subire nei loro personaggi diminuzioni che potrebbero venire giustificate soltanto dalla artificiosità della opportunità di teatro e di cassetta. M.[aria] A.[ntonietta] (omettiamo pure il periodo tedesco...Maria Teresa, il Belvedere e il fidanzamento a Vienna) =l'Austriaca in Francia= ha due epoche celebri che l'Arte ha fissato indelebilmente con due opere d'arte le quali serrano la Vita e la Storia e il Dramma della loro protagonista come dentro a due meravigliose parentesi =il ritratto di Me Vigée Lebrun: La Reine à la rose= e =lo schizzo di David: M.A. sulla carretta:=

La nostra prima idea sarà, forse, apparsa troppo pletorica svolta in tutti quei quadri che dovevano narrarne i diversi episodii, ma era la idea unica, vera e giusta perché completa.

Maria Antonietta è prima di tutto Trianon. Amputata alla Puccini diviene un per me d'opera e non un'opera; per giustificarla - forse! - bisognerebbe abbandonarne i due titoli accavezzati : M.A. prima e : l'Austriaca = dopo, e trovarne invece un terzo che rispecchiasse più che la protagonista l'ambiente. Ad ogni modo Puccini verrebbe forse a ricadere nella via - tanto battuta oramai - dalla quale noi con tanta buona volontà quanto poca fortuna abbiamo tentato di allontanarlo. La miniatura apparirebbe siccome una inadeguata caricatura del grande quadro storico e il =biscuit= una troppo pigmea ironia del monumento storico.

E mi parrebbe già di udire le alte acute strida dei =soliti= =Per la statua di una M.A. ci voleva uno scultore e del marmo, non un figurinajo di Lucca e della pasta frolla di gesso!= Forse dunque tutto questo non è che una nuova fortuna pel fortunatissimo Puccini.

Ripeto: O M.A. era come l'abbiamo intravveduta noi o, diversamente, il meglio a fare è quello che faccio io =Rinunziarvi!= Quanto al mio =caso= basterà che io Le trascriva l'osservazione che fa Puccini =M.A. non parla abbastanza da Regina!=

Par di sognare, caro Sigr Giulio! E può esservi osservazione più amena trattandosi di M.A. che fu sempre la più donna e la meno regina possibile? E questa bislacca simulazione di riflessione deve appunto venire da Puccini? O non è cosa da far dubitare che egli non abbia per anco capita che la grande fortuna sua sul teatro è stata l'espressione umana esposta colla massima semplicità e verità? Ma egli continua a vivere in quell'ambiente intellettualissimo nel quale, a' tempi di Bohème, gli montavano la testa perché Casa Ricordi non imponeva al Piontelli per la parte di Rodolfo Tamagno invece di Gorga!!!!

=Stelle, che chiolla!!!!= scriveva un giorno Carlo Porta.

Posso chiedere un favore al Morlacchi? Si tratta di esattore e di multa. Sì? Grazie anche di questo.

Sempre Suo Illica

Transcription by Archivio Ricordi
Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 180 X 115 mm

Letter name LLET000310