Milano il 26 Gennaio 1913
Caro Gabriele
ho letto e riletto lo
Il Cristo viandante doveva costituire lo spunto della grande crociata senza avere alcun seguito al 2° atto. E per questo 2° atto io mi immaginavo (secondo le tue parole) tu avessi dato il convegno, la raccolta ai tutti gli innocenti anelanti al gran viaggio, a tutte le madri piangenti, a tutti gli storpi a di tutti gli infelici ecc. ecc.
Il 3° pure ha pure l'ingombro della Lebbrosa che impedisce di seguire la linea segnata dall'inizio e cioè il tragico idillio dei due giovani.
Perchè, Dio mio, hai rinunziato al supplizio dei due piccoli amanti? Oppure abbandonando e Califfi e i carnefici non hai pensato ad un'altra catastrofe più solenne e più impressionante? Io sono desolato perchè ormai avevo messo tutte le mie speranze in te, nel tuo cuore nella mia pazienza e fantasia. - Avevo il dovere di parlarti franco e l'ho fatto senza esitare, sicuro che la mia amarezza sarà anche la tua! Addio - ti abbraccio con affetto fraterno
tuo Giacomo Puccini