[1920]
Carmo Tito
Torino 22 Giugno 1861
Non t'ho più visto e ti suppongo partito per Milano. Mi rincresce perché voleva parlarti delle cose nostre e più d'una osservazione che mi fece Luccardi e che trovo giustissima. Tu sai che l'ultima volta che fui a Roma Luccardi volle rifarmi il ritratto: fatto il modello in creta, e riuscito, come tutti dicevano, benissimo, gli venne in uggia il primo, ed in un momento di mattana prese un martello, e ruppe il naso a questo povero ritratto.
Peccato, diss'io!..tu hai distrutto quel lavoro, ma resta sempre quello che facesti per Ricordi. È vero, rispose, ma se Ricordi volesse soltanto pagarmi le spese, io glielo rifarei distruggendo il vecchio. Io te ne scrissi, e cosi fù fatto; ma l'intenzione di Luccardi nel rifarmi il secondo ritratto era di trarne profitto sia col farne delle copie in gesso, sia anche col farne in marmo se a qualcuno fosse venuto il capriccio di dargliene commissione.
Se tu ne tiri copie in gesso, tu vieni come a togliergli la sua proprietà. Mi pare addunque che per questo tu gli debba un compenso, oppure (e sarebbe più nobile) come tu ne [**] avevi intenzione, dargli commissione per qualche altro lavoro. In quanto al pagamento Luccardi non ha bisogno di denaro appena finita la commissione. Rispondimi subito –
In quanto ai nostri affari te ne scriverò colla mia prima. Addio add.
Aff.
G.Verdi