Parigi 14 Maggio 1863

Caro Ricordi

Rispondo subito alla tua del 11 Maggio, per dirti prima di tutto che mi sarebbe impossibile darti una dilazione per la somma che scade alla fine di Maggio; anzi (come ti dissi verbalmente a Piacenza) è necessario che quella somma, arrivi a Parma coll'ultimo del mese, all'indirizzo che più tardi ti darò.

Veniamo alla Forza del Destino.

Credo che la Perseveranza mandata quì, fosse diretta ad Escudier. Io ne ho domandato, ma non si è più trovata, per cui so ben poco o nulla delle impressioni di Filippi e tue. –  Fà quello che stimi bene della Forza sia per Torino, sia per Milano. Ti dico la verità che io ho ben poca voglia di venir a sputar sangue, e crepar di bile senza ottener nulla, causa la insufficienza delle masse, la trascuranza scenica, e l'ignoranza degli artisti.

Se gli artisti imparassero a leggere ed a capire, se gl'Impresarj a mettere in scena, se le masse sapessero fare i piani e forti ed andare insieme, gli effetti sarebbero diversi da quel che sono. E bada che io non domando cose straordinarie ed impossibili: Domando semplicemente quello che è di assoluta necessità.

È come se un pittore domandasse un po' di luce per vedere un quadro.

Si dice che la Forza del Destino sia troppo lunga, e che il pubblico sia spaventato dei tanti morti!

D'accordo: ma una volta ammesso il soggetto come si trova altro scioglimento? Il terzo atto è lungo!! ma quale è il pezzo inutile? l'Accampamento forse?...Chi sa! messo in scena come si deve non riescirebbe inferiore alla scena dell'osteria. Del resto, come si può giudicare con quell'esecuzione a Reggio in cui trattandosi d'un'opera essenzialmente scenica, è precisamente la scena che è affatto trascurata; ed ove non non si vi è un solo cantante, ad eccezione della Galetti, la quale essendo semplicemente una cantante, non può convenirle una parte che richiede soprattutto anima ed azione.

Addio e credimi

                        Aff

                        G.Verdi