16 D[icembre] [1868]
Caro Giu[lio]
Faccio seguire questa a quella che scrissi jeri a vostro padre per dirvi che desidero nissuno sappia dei fatti nostri, e non voglio si pubblichi che verrò a Milano per la Forza.
Come và questa Benza? Com'è andato il concerto? Che effetto ha fatto Terziani? Non dimenticate che nella Forza sono neccessarj [sic] tre artisti molto disinvolti in scena per fare Preziosilla, Melitone, e Trabucco. Le scene loro sono commedia tutt'affatto commedia nient'altro che commedia. Quindi buona pronuncia e disinvoltura scenica. Vegliate su questo onde non abbiamo poi essere imbrogliati alle prove.
Avete fatto male a dire che io non ho mai pensato a Giulietta e Romeo. Ci ho pensato molto e molte volte, e potrebbe ben darsi che io finissi per farne un'opera. Il Figaro di Parigi, ha riportato quello che ho detto io stesso all'opéra non ricordo bene se nel cabinetto di Perrin, o nel Foyer. Smentite la notizia nel vostro giornale, ha una certa importanza, e non vorrei che il Figaro vi ritornasse sopra.
Sappiatemi dire come vanno le prove del D.Carlos e soprattutto come và la Benza.
Intanto addio e cre.
af
G.Verdi
P.S. Quì si dice che l'Impresa della Scala è già impicciata, e non ha pagato il primo quartale. Saranno dicerìe, ma se vi fosse qualche cosa di vero, per carità non impicciatemi in un Teatro già rovinato prima di cominciare.