Date: 23/2/1874



Place: Genova

ID: LLET001448




Genova 23 Feb.[braio] 1874

Caro Giulio

Voi dite che l'affare di Firenze entra in una nuova fase, ma avendo a fare coi Ronzi questa nuova fase significa perder tempo senza concludere nulla. Badate, mio caro Giulio, che noi resteremo alla fine corbellati!

Io a dir vero in tutto quest'affare capisco e non capisco...vedo chiaro, e non vedo chiaro..infine io ripeto ancora per la centesima volta che bisogna venire ad una soluzione!!!.

Bisogna venire ad una soluzione prima di tutto perché non voglio succeda quello che è successo per la Messa di Rossini, e se deve succedere, voglio che si sappia in lungo ed in largo che non fù per colpa mia. Inoltre la Waldaman mi scrisse tempo fà che appena sbarcata a Brindisi sarebbe venuta direttamente e subito nel paese ove io mi sarei trovato per studiare la parte con me; per cui bisogna che io le sappia dire cosa deve fare, e l'invio d'una lettera e la risposta dal Cairo è affare di tre settimane.

Vi è in ultimo anche l'affare della Stolz la quale stà a disposizione da 4 o 5 mesi, ed io m'aspetto da un giorno all'altro di sentirmi a dire "Oh è tempo di finirla" "decidete o lasciatemi in libertà"

Capisco che vi trovereste un'altra Aida, ma oltrecchè non sarebbe, ripeto, bell'azione, io poi perderei allora sicuramente la Waldaman!.

In fine la conclusione si è che abbiamo perduto tempo, che mi pare anche di essere preso un pò a scherzo, e che bisogna decidere! Scrivetemi dumque in proposito frequentissimamente, e ripeto ancora Bisogna decidere!

Ho sentito i Goti! Sono del vostro parere! Che Gobatti sia un genio come pretendono Casarini ed i Bolognesi, o non lo sia, nissuno può in coscienza dirlo finché questo giovine non sappia manifestare le sue idee in una lingua musicale qualumque: passata, presente, futura! - -

Nella testa d'un contadino d'un'uomo del popolo può nascere l'idea la più poetica del mondo, ma non le servirà a nulla se non possiede una lingua per esprimerla. Non è maldicenza il dire che questo giovine, malgrado l'immensa pretesa, non conosce bene né l'armonia, né l'orchestra, molto meno il canto, ed è cosa senz'esempio l'urto e la collocazione della frase poetica e della parola sopra le note!---

Ora veniamo al buffo. Volete sentirne una bella! Sabato sera quando io fui in Teatro vi era pure Gobatti. Sul finire dello spettacolo qualcuno me lo disse, ma io non lo credetti. Il successo di quella sera, me presente, fù glaciale. Ecco l'istoria. Applausi senz'entusiasmo al Preludio. Un applauso freddissimo dopo il second'atto. Quattro battimani ad una frase della Donna nel principio del Quart'atto. In tutto il resto silenzio profondissimo.

Gobatti ha assistito a questa rappresentazione!..ha visto come erano le cose!..Ebbene? L'indomani i giornali di Genova dicevano "Stassera (Domenica) il M° Gobatti assisterà ai Goti"..E non vi aveva assistito la sera di Sabato?...

..Che un giovine si presti a quest'indegna mascherata solo perché si dica al di fuori che anche a Genova vi fù un'ovazione, è indegno, ed io stesso che benché vecchio non ho ancora la pelle di corame arrossisco d'appartenere a questa famiglia teatrale sporca di tante bassezze. –– La storia della serata è questa. È Corticelli (fù in teatro) che parla.- Applausi al Preludio. Il Maestro già preparato sul palco scenico vestito di nero è apparso una volta. Finito il primo atto applausi meno caldi Sortita Maestro. Second'atto silenzio, alla fine pochi applausi, un fischio, e molti zitti. Sortita Maestro.–– Terzo Idem. Dopo non so più nulla perché Corticelli è tornato a casa ––––

Buona notte dumque e ad

                                               G.Verdi

P.S. Dumque ancora....decidete affare Firenze

Transcription by Archivio Ricordi
Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Envelope 1
Size 210 X 135 mm

Letter name LLET001448