Londra 12 giugno 1912.

Carissimo Commendatore - l'arrivo di Clausetti a Londra e la vostra lettera del 10 così cordiale e premurosa, mi dimostrano l'interessamento vostro sincero e mi legano maggiormente a Voi. Vi ho pensato tanto in questi giorni con cuore stretto e angosciato. Comprendo il dolore che deve avervi cagionato la perdita di un tanto padre (uomo meraviglioso di tatto e intelligenza, al quale io pure mi sentivo legato da affetto e venerazione profonda) e comprendo anche le preoccupazioni momentanee che può cagionarvi la responsabilità della vostra eminente posizione di fronte all'importanza della Ditta. Immaginavo che non sareste ritornato a Londra e non vi nego che questo pensiero mi ha procurato un nuovo dispiacere perché sono troppo convinto che quello che Voi sapete ottenere non l'otterrà mai nessuno! Mi ha però consolato e incoraggiato l'arrivo del buon Clausetti nel quale ho stima e col quale spero di poter vincere la battaglia che ingiustamente si è creata qui attorno alla mia persona. So che Clausetti vi ha informato ancora ieri della situazione e quindi non è necessario che io vi ripeta ciò che sapete. Speriamo bene! Clausetti è forse troppo ottimista mentre io inclino al pessimismo insistente il che non toglie, però, che la mia fede di vittoria finale resti intatta. Vi terremo informato di tutto, non temete.

Statemi bene e siate forte in questo tristissimo momento, e vi consoli la fulgida memoria di Colui che pure andandosene ha lasciato in mezzo a noi tanta parte di sé!

Conservatemi l'affetto vostro e la vostra stima e credetemi sempre il vostro

devmo affmo Zandonai

Conoscerò oggi George Maxwell