Firenze, 20 marzo 1861
Hôtel du Word
Preg.mo amico,
Mi sorprese il contenuto della tua lettera tanto differente e in opposizione alla maniera da te adoperata mesi[?] [or] sono in rapporto alla mia opera. Comunque sia rispondo alla proposizione che mi fai di cederti il diritto di stampa[1], e qualora tu mi voglia offrire un prezzo accettabile ed adatto secondo me al valore di quella sarò contento di dar prova che non sono uomo puntiglioso. Accetta i miei distinti saluti e sono etc.etc.
Gio. Bottesini
[1] Si riferisce forse al fatto che sul libretto della rappresentazione fiorentina dell’ Assedio di Firenze, che sarebbe andata in scena di lì a un mese, è scritto a chiare lettere che il proprietario dello stesso sia Bottesini e non Casa Ricordi, come invece riportato sul libretto della ripresa scaligera dell’anno prima. Da qui emerge tutta la diatriba tra il compositore e il rappresentante di casa Ricordi, Eugenio Tornaghi che viene spiegata meglio nella successiva missiva: probabilmente Ricordi non vedeva di buon occhio la rappresentazione dell’opera del cremasco a Firenze, al punto da volerla quasi boicottare, e Bottesini, invece ovviamente di parere opposto, a spese sue fece stampare il libretto.