Napoli, 7 gennaio 1880
Caro Giulio,
Dimmi se sei disposto a dare la Messa dell'illustre Verdi e quale sarebbe il prezzo amico che ne dimanderesti. Sugli artisti sai quali sono i disponibili sulla nostra piazza; si tratterebbe di darla in sala con grandi masse, non in Teatro; ti domando il segreto su quest'affare trattandosi d'una società di gentiluomini che vorrebbero far udire la Messa e nessuno dei Signori dell'Impresa S. Carlo lo sanno né debbono saperlo. Jeri sera riudii la Witziola nell’Ebrea[1] e debbo rettificare quanto t’ho scritto.
Come artista non si può dir cattiva, ma al pubblico è talmente antipatica che varrebbe lo stesso come se fosse un rostro. Sicché per me non intendo si dia l'Ero. Non parliamo degli altri perché è inutile.
Aspetto notizie da Stagno. Pare la Turolla non abbia incontrato molto. Non si capisce più nulla. Aspetto tue nuove con impazienza.
Tuo aff.mo
Gio. Bottesini
[1] L’ebrea (titolo originale La juive), è un grand-opéra in cinque atti di Jacques Fromental Halévy su libretto di Scribe rappresentata per la prima volta all’Opéra di Parigi il 23 febbraio 1835. La prima rappresentazione italiana fu a Genova, teatro Carlo Felice il 6 marzo del 1858. L’opera godette di un enorme fortuna almeno fino alla fine dell’Ottocento.