Sinalunga

9 8bre 1879

Carissimo Cav. Giulio

Le rimetto il nostro piccolo contratto firmato, e voglio sperare che questa pubblicazione sarà di comune vantaggio.

Come lei probabilmente avrà osservato, i pezzi sono facili, ma molto vocali e molto adatti per Salon, specialmente i due o tre pezzi Concertati dei quali per ora l’Italia scarseggia. Speriamo bene!

Non avendo i giornali Teatrali ancora annunziato nulla, incomincio a temere che le mie opere siano destinate a giacere negli scaffali anche l’inverno prossimo.

Con le modificazioni radicali che circa due anni fa io feci al nostro contratto, io mi lusingava che queste mie opere avrebbero trovato la strada più libera, e per conseguenza fatto camino [sic].

Io non mi posso levare dalla testa, Caro Cav. Giulio, che se lei volesse prendere seriamente sotto la sua protezione questo mio giusto desiderio, in gran parte sarebbe appagato, ammeno [sic] che lei non le abbia classificate tra le tante Operaccie venute fuora [sic] in questi ultimi anni, e destinate a stare al bujo. Apparte [sic] la modestia, io non sono di questo parere, anzi credo che tra le opere moderne, le mie non sono delle peggiori, e sono persuaso che lei pieno di talento, e d’esperienza ritiene la stessa opinione.

Dunque Caro Cav. Giulio, m’accordi la sua tanto efficace protezione!!.

Tanti saluti all’ottimo padre Comm.^r Tito. Alla gentile Signora Giuditta e figli, all’amico Emilio all’amico Tornaghi, se si trova presente, insomma a tutti i comuni amici, e con una cordialissima stretta di mano, mi dico Caro Cav. Giulio

Suo Aff.mo Amico

Ciro Pinsuti