Roma 12 Marzo 76

Mio caro Giulio

Non avendo nulla di nuovo, giorni indietro portai alla Principessa Margherita, alle di cui lezioni di canto assisto qualche volta en amateur, una copia della XX anacreontica da me musicata, e che tu e Tornaghi mi favoriste, avendo lasciato l’originale allo Stabilimento. Facendo essa parte d’una collezione, è naturale che ne sia così lungamente ritardata la pubblicazione; pure se non danneggiasse le abitudini dello Stabilimento il pubblicare frattanto quella, e poi unirla alle altre completata l’edizione, mi farebbe molto piacere. Alla Principessa, forse perché si adatta alla sua vocina, piace molto quella piccola cosa, e la canta sovente, di maniera che i suoi intimi già la conoscono. Ora avverrà che quando verrà fuori, se si ritarda ancora molto, sarà già vecchia. Forse non metteva darla fuori ho fatto bene a dar quella copia, ma a ciò non si può rimediare che pubblicandola.

Sono stato malato una quantità di tempo colla lombagine [sic], e t’assicuro che sono divenuto d’un interessante unico. E il Signore sarà così buono da mantenermici, almeno questa è la grazia che gli domando!

Qui si dovrebbe riprodurre la mia vecchia [****] ... ma le prove non potranno incominciare prima di Sabato ... un po’ tardino.

Salutami la tua Signora, il Sig^r Tito. A te una stretta di mano dal tuo interessante amico

F. Marchetti