Trieste 11 Novembre 77

Mio carissimo Giulio.

Brunello dichiara che in questo momento non è in grado di pagare il suo debito alla Lucca, e la Direzione di questo Teatro che lo amministra non vuole (e non ha torto) adoperare i denari del teatro stesso per soddisfare un debito privato. La Signora Lucca, d'accordo con te, doveva mettere i 1000 franchi del suo credito nel contratto, e allora non c'era niente a ridire. Ma così come vuoi ch'io mi opponga alla 1^a rappresentazione del Roberto che avrà luogo stasera quando dalla Direzione ho incassato il nolo di 1540 franchi stabilito e registrato nella scrittura Brunello — Ricordi? Ho parlato in proposito al Presidente Signor Cittanova il quale dichiarò senz'altro che avrebbe reso me responsabile del danno cagionato dalla sospensione dello spettacolo. Per questo ti ho telegrafato pregandoti di togliermi da quest'impaccio. Domani ti spedirò i 1540 fr che tengo presso di me, e per gli altri 1000 fai tu quello che crederai più opportuno. Non ho risposto subito al tuo dispaccio perché speravo di ricevere le notizie che una mia lettera (che imagino [sic] avrai ricevuta) ti aveva chiesta il giorno prima. Del resto non potevo fare a Sani la proposta di debuttare nella Zampa perché al giungermi del tuo dispaccio egli era già partito per Firenze. Non credi che quella parte sarebbe troppo artistica pel suo talento, e troppo bassa per la sua voce? Mi dici che quest'Opera passerebbe per seconda. E quale sarebbe la prima? Il tuo ravvicinamento coll'Impresa della Scala è adunque un fatto compiuto? Ecco quanto desidero invano di sapere da te. Scrivimi ti prego due righe in proposito. Le tre recite che abbiamo date del Mefistofele nella corrente settimana furono tre trionfi per la sublime musica del nostro Boito. Ti raccomando nuovamente le cose della Scala. Quando penso che fra 15 giorni si dovranno incominciare le prove di Opere non ancora stabilite mi vengono i brividi. Toglimi, ti prego, da queste inquietudini.

Tuo aff

F. Faccio