Di casa. 24 Giugno 1879

61 Corso Venezia

Caro Eugenio!

Aspetterò come tu mi dici che venga il quarto d’ora buono: ti prego però, passata la Messa, e partito il taumaturgo, di trovarlo questo quarto d’ora, e che le cose vadano secondo il mio desiderio di ritornare alla vecchia e sincera cordialità. Ti ho già detto che in questa stagione morta potrei occuparmi delle vostre pubblicazioni, benché l’ultima mia Rivista Bibliografica, uscita dopo la catastrofe della Tudor, non l’abbia veduta riprodotta dalla Gazzetta. Se hai adunque novità importanti da poterne dir bene, mandamele ed anzi ti accludo un elenchetto di pezzi che vedo annunziati nella copertina della Gazzetta e che vedrò volentieri, per parlarne in un’Appendice che sarà probabilmente la prossima per Lunedì mattina; se Lunedì sera ci sarà la Messa ne farò un’altra. Sai niente se la stampa sarà invitata alla prova generale e se avremo biglietti per la rappresentazione? Mi occorre saperlo, se bisogna comperare posto e biglietto devo avvertire a tempo il giornale perché ci pensi. Venero e rispetto gl’[****] ma io ho le saccocce alquanto asciutte e il figlio di mio padre 30 Lire non le può spendere. Ti raccomando anche il povero Zorzi che viene apposta da Vicenza di trovargli un buco qualunque. Sciao. Mandami la musica e credimi tuo aff.

F. Filippi