Date: 4/6/1871



Place: Mariaga, Como

ID: LLET007957




Signor Giulio carissimo.
Mariaga 4 Giugno 1871.
 
Ella tira sempre in campo quella benedetta amicizia! Per carità, mettiamo da parte questa parola, che proprio non ci ha che fare in una questione di nervi, di cervello, di fegato, di milza, di midollo spinale, di allucinazioni morbose, di ombrie, di ubbie, foss' anco di flussi emoroidali. Io non ho mai cessato di esserle amico, sebbene ella abbia lasciate passare senza risposta parecchie mie lettere, e mi abbia ritardata di una settimana la pubblicazione dei due ultimi fascicoli della Rivista Minima, tanto che quei poveri scritti già abbastanza scipiti mi apparvero stomachevoli. Non le dirò della sua ostinazione a non voler pubblicare il buon raccontino Daniel Nabaam che avrebbe servito, non foss'altro, a riempire una lacuna e a ridonarmi il coraggio di tirar avanti tanto da rimettermi in careggiata [sic]. Fatto è che abbandonato da lei, non stimolato da alcuna parte, scoraggiato dallo scarso numero degli abbonnati [sic], stomacato dall'indirizzo degli avvenimenti politici, nauseato da tutto che è giornali e giornalismo, io mi lasciai vincere dall'apatia e quindi a poco a poco, dalla disperazione. Inezie! dirà lei – pulci, zanzare. Ebbene: molte pulci, molte zanzare abbattono un leone e me, che non sono leone, le piccole contrarietà sono fatali. In questo paesetto, dove non vive anima ragionevole, io non ebbi mai occasione di ritemprare le forze dello St Spirito.
Treves cessò di spedirmi il Corriere di Milano. Ella non mi inviò che due o tre numeri del Figaro, e credo dell'International. Non ebbi altro posto fuor quello della Lombardia. A poco a poco entrò in me la convinzione che per fare la Rivista minima sia necessario di vivere in città. Non vedendomi da lei stimolato, ricordando il ritardo interposto alla pubblicazione degli ultimi fascicoli, mancandomi fin dal primo di maggio il mio piccolo stipendio mensile io finii col dubitare che ella pure ritenesse inutile l'opera mia. Così, di supposto in supposto, arrivai alla conclusione che ella fosse entrato nella idea di interrompere la Rivista e compensare gli abbonnati [sic] con qualcosa di più interessante.
È inutile che io prosegui in codesta diagnosi. Ella mi comprenderà.
Se crede che io debba continuare la Rivista Minima; se vuol proprio che io faccia uno sforzo di ingegno e di coscienza forse ci sarebbe ancora un mezzo per riparare al tempo perduto e rimetterci in sesto.
Io le manderò tosto (vale a dire a principio di Martedì) gli originali per un fascicolo; da pubblicarsi domenica (11). Ella farà di seguito comporre la Novella Daniel Nabaam pel fascicolo seguente, da pubblicarsi alla domenica successiva (giorno 18) Pella Domenica 25 giugno pubblicherà un terzo fascicolo di cose nuove e originali. Alla fine di giugno io trasmigrerò a Lecco, vale a dire in un centro popoloso, dove c'è dei galantuomini con cui scambiare quattro parole., e una ventina di giornali da cui succhiare argomenti di scritto. Io darò nel luglio altri tre fascicoli e in breve ci troveremo in regola coi signori abbonnati.
Non mi faccia ancora lo schifiltoso per quel benedetto racconto. È una delle migliori cose che scrissi in quest'anno. Non vedo ragione perché ella si spaventi delle proteste di uno o due abbonnati – le assicuro che, su trecento, due centoventisette non l'avranno letto.
Mi ero proposto di scriverle una lettera assai lunga e di dirle una infinità di cose, ma poi, a metà del cammino, caddi spossato.
S'ella verrà a Lecco a trovarmi quando sarò installato nella nuova casetta che l'amico Testori ha fatto costruire espressamente per me, ragioneremo a lungo di tutto.
Debbo però chiederle un favore. Se ella avesse qualche ritratto del Verdi un po' grande da mettere in cornice, faccia il possibile di spedirmelo quì. Esso ha da formare il principale ornamento della mia sala di ricevimento in Lecco, e servir a tenere in soggezione i maestri, maestruzzi e maestrucoli che vengono a visitarmi.
Quel povero Edwart [?] ha scritto un articolo abbastanza strano sull'opera i Promessi Sposi. Egli voleva che io introducessi nel libretto la scena in cui Lucia fa voto di castità....! Ah! se qualcuno strappasse i testicoli a questa sorta di critici!
La saluto. Siamo intesi. Mi dica se il mio programma gli garba o no.
Di lei affez. amico
Antonio Ghislanzoni
Transcription by Archivio Ricordi
Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 211 X 134 mm

Letter name LLET007957