Date: 5/3/1877



Place: Lecco

ID: LLET008038




Pregiatissmo Sig.Giulio:
Lecco = 5 Marzo – 1877.
 
Il Signor Minghon [?] mi trovò quasi delirante per un atrocissimo mal di denti. Ora sto meglio e le scrivo colla massima calma.
Il miglior libretto d'opera non va esente di diffetti [sic]. Mi indichi quale sia il più perfetto, ed io mi incarico di mostrarle che desso è una serie di assurdità. Sta bene che tutti assieme, poeta, maestro ed editore, si studiino, prima che un'opera affronti il giudizio del pubblico, di emendare ciò che nel componimento drammatico apparisce difettoso, ma anche questo lavoro deve un giorno o l'altro avere un termine. Da circa tre anni si vanno rappezzando questi Mori – quando la finiremo? Ponchielli avea letto, prima che io mi accingessi alla versificazione, una tela riccamente dettagliata. Pareva soddisfatto. Io chiesi tempo a riflettere; desiderava che il maestro, prima dei Mori, musicasse la Gioconda – e frattanto io gli andava ripetendo che il mio libretto non era abbastanza degno di lui. Proposi altri argomenti; tutti buoni in sulle prime, e accolti con entusiasmo, poi messi da parte, e buona notte! Alla fine, dopo mille controversie, Ponchielli si decise pei Mori, domandando poche modificazioni nell'atto secondo. Questo atto lo rifeci tre volte non solo, ma dietro richiesta, e talvolta spontaneamente, ho mutato i versi anche laddove non vi era quistione di dramma. La romanza del tenore, per esempio, l'ho riscritta in quattro metri diversi. Mi tedia ora il parlarne, immagini cosa ho sofferto nella esecuzione incessante di tanti rappezzi. E pareva finita! . . . . Ma ecco, oggi, si viene a dirmi: bisogna ricominciare! Cosa si pretende da me? Ch'io ipotechi tutto il mio ingegno, il mio tempo, il presente e l'avvenire per questo maledettissimo libretto? E gli altri maestri che attendono? E il povero Gomes che vuol dare nel venturo autunno in non so qual teatro la nuova opera che scrive con me?. . . E quand'anche io mi rifacessi da capo a modificare, a scarnificare, a storpiare il già fatto, chi mi garantisce che non si debba più tardi ricominciare? Si domanda, per esempio, ch'io rilevi il carattere di Fernando, ch'io spieghi meglio il sacrifizio di Aisa ecc.ecc. Ma allora, che serve?, facciamo un nuovo libretto. E poi, s'ha da mutare il nome ad Aisa perché somiglia ad Aida, mutare il nome a Fernando perché c'è un Fernando nella Favorita . . . . Di questo passo si va all'infinito . . . Ci vuol tanto? Prendano il Calendario e scelgano dei nomi . . . Le son questioni codeste? A me pare che il M° Ponchielli, dacché il prologo gli piaceva, e sommariamente accettava anche il resto del melodramma, in luogo di perdere il tempo a ruminare codeste inezie, avrebbe fatto assai meglio a scrivere della musica, ovvero . . . .
Si guardi un po' indietro. Prima dei Lituani e della Gioconda quali furono i suoi libretti? - Pure, i Promessi Sposi girano applauditi in ogni teatro di Italia, e le contumelie lanciate dai critici sul poeta non pregiudicano punto il successo. Ne avrei un sacco su tale argomento. Concludiamo, poiché il foglio mi vien meno. Ponchielli sembra disposto a passare la bella stagione nel nostro territorio. Se vedrò ch'egli ha realmente volontà di scrivere i Mori di Valenza, e vorrà mettersi al lavoro, mi presterò naturalmente, durante la gestazione della nuova opera, ai mutamenti richiesti dalla musica. Se tornerà da capo a scombinarmi la mente coi e coi no, coi ma e coi se, come ha fatto pel corso di tre anni, allora, caro signor Giulio, io anderò a passare l'estate su qualche cocuzzolo del Resegone, e chi s'è visto, s'è visto. Salutandola cordialmente mi dico
Di Lei Dev
A Ghislanzoni
Transcription by Archivio Ricordi

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 266 X 209 mm

Letter name LLEt008038