Signor Giulio Pregiatissimo:

Lecco = 21 Agosto 1877.

Vidi annunziata da alcuni giornali e da altri smentita la notizia che il M° Gomes attenda a musicare gli atti della Salambò abbandonati dal povero Petrella. Pare a me che il far completare quell'opera, sarebbe ottima speculazione per l'editore come anche pel Maestro al quale venisse affidato un tale incarico. Le molte simpatie lasciate dal Petrella desterebbero un vivo interesse nel pubblico per ciò che egli ha fatto, e di riflesso anche sul continuatore dell'opera. Per un maestro dotato di ingegno e di sapere sarebbe un'occasione eccellente di mettersi in evidenza. Supponendo che il Gomes non abbia assunto tale incarico, io mi sono permesso di suggerire all'egregio M° Giovanni Rossi di volgersi a Lei e di iniziare a tale proposito delle trattative. Ho fatto bene? Pel bravo M° Rossi, se Ella ricorda, io doveva anni sono scrivere un libretto per comissione [sic] della sua Casa. Ho molta stima di questo artista, e mi pare che il tema grandioso fantastico della Salambò dovrebbe convenirgli. Egli mi scrive che a giorni si recherà a Milano per trattare con lei direttamente di tale affare. Se una mia parola può valere qualche cosa, e quand'Ella non abbia ancora disposto altrimenti, spero che il bravo maestro non farà invano il viaggio.

Ho finito la Maschera pel Gomes. Sta musicandola? Dio lo sa. Ignoro anche se il mio libretto gli sia piaciuto. Probabilmente fra uno o due anni mi vedrò ricomparire innanzi questo mio lavoro, imperlato di versi barbari e sciocchi. Non importa. Nell'avvenire saprò guardarmi da tali oltraggi.

Giorni sono ebbi da Ponchielli un telegramma che mi annunziava il felicissimo parto di sua moglie. Spero che al principiare del settembre verrà quì, e la finiremo anche con questi Mori benedetti! Farò cantare un Te Deum.

Ho veduto a Bellaggio [sic] il sig. Tito e famiglia, più il simpatico Pouff [?] ch'io spero ricondurre a Lecco un qualche giorno. Mi saluti il sig Tornaghi e mi creda

Di Lei D[ev]

A Ghislanzoni