Date: 24/6/1898



Place: Pesaro

ID: LLET010786




[Pesaro] 14 Giugno 1898=

Gentilissimo Commendatore,

grazie della Sua bella lettera, alla quale rispondo categoricamente.–

Riguardo al M° Mascheroni, non Le nascondo che appresi con dolore la sua scrittura, anche perché a Milano (proprio il giorno in cui dovevo partire) Le avevo fatto capire che Mascheroni non era un santo del mio calendario; il sigr Mascheroni me ne fece una grossa quando diresse per la prima volta la Cavalleria a Barcellona (sono ormai 8 anni): mandò in scena l'opera con due sole prove, permettendosi di mettere in ridicolo, davanti a tutta la Compagnia, la mia musica ed anche me stesso; l'opera, naturalmente e per sola colpa del Direttore d'Orchestra, non ebbe sorti liete.– Ma d'altronde vedo che siamo agli antipodi nel giudicare il M°Mascheroni, poiché per me non è musicista, né uomo di talento: non potrò mai dimenticare un'esecuzione di Ugonotti diretta da lui: una vera nefandità!– Eppoi lo stesso Falstaff alla Scala fu così floscio e così poco accurato che quando si risentì al Dal Verme col M°Mugnone parve un'altra cosa, tutta brio, tutta spigliatezza.– Del resto, cosa fatta capo ha; e non ne parliamo più: io non metto mai bastoni fra le ruote o fra le gambe: mi piace soltanto dire chiaro il mio parere, perché sulle mie convinzioni non transigo in verun modo.– D'altra parte Iris avrà l'esecuzione che io voglio, ed il sigr Mascheroni dovrà inchinarsi ai voleri dell'Autore.– Bisogna ricordare che nel Dicembre '92, proprio al Costanzi, era scritturato il Toscanini per dirigere i miei Rantzau: ma il Toscanini rimase semplice uditore e spettatore, perché i Rantzau li diressi io stesso.– Questo premetto a scanso di futuri equivoci: Iris è difficilissima nella concertazione e soprattutto nella interpretazione: io non credo il M° Mascheroni capace di comprenderla, e non vorrei che, accettando i consigli miei e quelli Suoi e di Tito, ne venisse fuori una esecuzione a pappagallo e senza quell'impronta spontanea di vivacità, di sentimento, di colorito, quasi direi di improvvisazione, che deve essere la caratteristica di Iris.– Da parte dell'impresario, poi, trovo poca abilità nel volere un Direttore che è troppo battuto a Roma, specialmente coll'attuale stagione al Politeama Adriano.– E da parte dell'Editore, infine, non capisco la convenienza di avere un Maestro che, fino ad ora, si permette di dire corna di me e della mia opera che dovrà dirigere fra qualche mese.–

E dopo tutto questo....resti pure il M° Mascheroni.– Quando Iris uscirà fuori come io l'ho sentita, sarò io il primo a gridare Bravo al sigr Mascheroni.–

Per l'orchestra, trovo inutile mandarle la pianta organica, calcolando che sarà formata sopra larga base: soltanto, conoscendo bene l'orchestra Romana, mi permetto dare qualche consiglio previdente.–

Tutti gli strumentini sono ottimi, senza restrizioni od eccezioni.- Bisogna sapere chi sarà la Ia cornetta: qualora necessitasse, ricordiamoci che il primo esecutore di cornetta in Italia è il Cristani Lamberto (cugino del Cristani che avevo alla Scala) Prof.re alla scuola di Ferrara.- La corda bisogna aumentarla ed anche in parte rinnovarla: quando l'impresa avrà avuto la nota dell'orchestra di Roma, e quando mi avrà fatto sapere come intende di aumentarla, darò io i nomi dei Professori da scritturarsi; e la Impresa me ne sarà grata.– Vede, signor Giulio, tutti ignorano la mia abilità nel formare le Orchestre, perché nessuno è mai venuto a sentire la mia orchestra di Pesaro.– Quanto vorrei che qualcuno venisse ora a Recanati, o anche a Pesaro a sentire la mia orchestra: allora soltanto si comprenderebbe quanto io sia nauseato da tutte le altre esecuzioni, compreso anche quelle del Martucci e del Toscanini.– Ho 34 violini che fanno spavento.- Bisogna sentire gli attacchi, e i piani, e i forti: in 3 giorni ho già provato e messo in grado di esecuzione i quattro programmi dei quattro concerti di Recanati.- Ed in questi programmi, oltre il mio Poema, c'è la 5.a di Beethoven e c'è la Patetica di Tschaïkowski! – E i violini li prendo da tutte le parti d'Italia, e prendo i migliori perché li conosco: ho il Gamberini di Bologna, il Sarti di Rimini, l'Agostinelli di Ancona, il Corradi di Osimo, il Finotti ed il Barbi di Ferrara, il Nanissi di Alessandria ecc. ecc.; questa volta ho voluto anche il Meneghello che è venuto dalla Dalmazia.– E tutti vengono a 7 lire e a 7.50; e si pagano da sé il viaggio.– E se sentisse che violini!– Il Tito non potrebbe dare una scappatina per avere un'idea di come intendo io la corda in orchestra?– E poi sentirebbe anche il Poema che è riuscito davvero.–

Oltre questo, bisogna pensare che ci vuole un gran 1° violino.– In ogni caso, teniamo a mente il Frontali.– Per il I° Violoncello il Furino di Roma è addirittura insufficiente: so che a Roma c'è un giovane bravissimo; altrimenti non rimane che il Magrini di Milano o il Cremonini del mio Liceo.–

I Contrabbassi di Roma sono tutti debolini, e suonano a manata: occorre un primo eccellente: il migliore in Italia è il Dall'Aglio, del mio Liceo, che era primo contrabbasso coi primi concerti del Campanari alla Scala.–

Bisogna sapere chi è il I° Corno, che ha nell'Iris una parte importantissima ed acutissima: in ogni caso si può prendere un giovane di labbro fresco: basta passargli la parte.- Poi ci vuole la 2.a Arpa buonissima, visto che la I.a l'abbiamo già; a questo proposito scrivo subito alla famiglia della signorina.- Naturalmente io non sovraccarico l'impresa di spese straordinarie: dimostro soltanto che si può spendere pochissimo ed avere elementi d'orchestra eccezionali.– Si ricordi che io sono nato impresario.- Quando nel '90 feci l'impresa di Cavalleria a Cerignola, Trani e Barletta (senza allusione alle ditte dei Vinaî o al famoso pezzo del Ferroni) scritturai dei veri cani come artisti (il più cane era il baritono, Bolcioni, il vostro attuale impresario); ma pensai alle masse e ci pensai bene: in 12 recite mi misi in saccoccia 8mila franchi e regalai a Sonzogno il Corpo Corale da me formato col suo Direttore M° Venturi, le uniche cose artistiche che abbia avuto il Sonzogno nelle sue esecuzioni.–

L'impresa può avere in me un valido appoggio per la parte economica.–

Sono molto contento di quanto mi scrive circa alla riduzione per C. e P. del Carignani.– Approvo completamente le sue idee.–

Agli artisti si potrebbe dare un manoscritto.–

Riguardo al Coro del Sole, lo scriverò e lo strumenterò subito, appena finito il 2° atto.-

Riguardo a incidere l'opera, bisogna aspettare, perché manca ancora qualche cosa nell'entrata dei Giapponesi: mi occorre per ciò mettermi d'accordo con Illica.– Il sipario si alza proprio alle prime note del Coro del Sole, anzi precisamente sul primo passo del Contrabbasso solo; ma è inutile parlarne ora che questa musica è sempre presso di me.–

Per la Famiglia Artistica faccio ciò che mi consiglia e le unisco le dimissioni.–

Riguardo all'affare Sonzogno, la cosa si complica in modo grandioso.– Io non sono tipo da perdere le buone occasioni: ho scritto a Sonzogno che mando a Milano il mio Procuratore al quale saranno mostrati i libri per vedere quanto il Sig.r Sonzogno mi deve per i noli delle mie opere rappresentate con impresa Sonzogno, i quali mi spettano per speciale clausola dei contratti e mai mi sono stati pagati.– Si tratta di qualcosa come 40 o 50 mila lire.– Il Sonzogno si è spaventato e mi ha risposto lui stesso dicendomi che, qualora io insista nella mia pretesa, lui intende di riaversi della percentuale che mi ha sempre pagata sulla vendita del materiale delle opere (le carte di musica) ai teatri dell'Estero.– Ma nei miei contratti non esiste nulla in proposito, e non so come il Sonzogno potrà provare che a me nulla debba spettare.– E poi io non ho mai chiesto un soldo su quel materiale: mi è stato accreditato e credevo che fosse un mio diritto di guadagno.–Mentre io, chiedendo ora i noli di quando il sig.r Sonzogno ha avuto le imprese, mi rimetto semplicemente ad un articolo chiarissimo ed esplicito dei miei contratti.– Su questo punto Le sarei grato del Suo consiglio.–

Ma il terribile si è che Sonzogno si attacca ad un articolo del Contratto che dice: << è a piena conoscenza del sigr Sonzogno che il M° Mascagni deve scrivere un'opera per l'editore Ricordi, opera che sarà eseguita nella stagione invernale 96-97.– Ora Sonzogno vuole impedire l'esecuzione di Iris a Roma.– Capisco che è una sciocchezza, un cavillo umoristico; perché basterà che rammenti quanto Sonzogno ha fatto perché io ritardassi la consegna dell'Iris per dimostrare che il Sonzogno stesso era a conoscenza del mio ritardo colla Casa Ricordi, non solo, ma cercava sempre di fare aumentare questo ritardo.–

Ma intanto l'affare si complica.- Prevedo una causa à sensation !– Perché io ho una tenacia senza limiti e senza paura di inciampi.– Vedrà come lo concio io!...

E mi pare di non avere altro da dire.– Ah! – Il tenore.– Mi si parla di De Lucia: certo è un bell'artista, ma è corto di voce: bisogna spostare tutta l'opera.- Chi è questo Colli?.....

Superti e Bolcioni mi hanno scritto: sembrano bene disposti.– Speriamo.–

Tante cose affettuose e tanti saluti cordiali dal Suo

Devoto

= Mascagni =

Perdoni la fretta: mi manca il tempo.-

 

Transcription by Archivio Ricordi


Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 3
Size 210 X 135 mm

Letter name LLET010786