Pesaro. 1° Novembre 1900 =
Carissimo Sig.r Giulio,
non so cosa dirle: sono in uno stato terribile.– Mai avrei supposto che la mia profezia fatta a Milano (prima a Cesari e poi a Lei) si fosse così completamente avverata.–
Le dico subito che andai a Bologna chiamato insistentemente da Mugnone che mi fece due telegrammi- Partii con un orribile treno omnibus per aderire alla chiamata di Mugnone.- Appena fui in teatro, rimasi maravigliato del contegno del Maestro il quale, con una affettuosità fuori di proposito, mi presentò a tutti gli esecutori (cori., artisti ed orchestra) dichiarando che la sua responsabilità era finita dal momento che l'Autore era sulla piazza.–
Ma non caddi nel trabocchetto; e risposi che io ripartivo subito e che la responsabilità me la prendo tutta quando l'esecuzione dipende esclusivamente da me.–
Mettiamo da parte i tenori cani e protestati; dimentichiamo la messa in scena; sorvoliamo sul fatto che manca il cenciaiolo perché vogliono che Osaka canti la serenatella del 3°atto; facciamo vista di non sapere che per la Tosca ci sarà un altro violocello (si faccia mostrare il telegramma da Beppe Magrini); abbandoniamo qualunque particolare secondario.– Ma, per Iddio, non è lecito eseguire la musica (sia pure la porcheria dell'Iris) nel modo indegno come Mugnone eseguisce a Bologna.– Non parlo dei tempi sbagliati, dei coloriti a rovescio, delle corone inventate; non parlo della interpretazione così falsa ed inverosimile; e mi limito soltanto alla esattezza della esecuzione materiale, alla intonazione dell'orchestra.– È uno spavento.– Mai si è sentito una trascuratezza così palese.– È una infamia!. Piontelli, ieri sera alla prova, mi diceva: << Io non riconosco la Farneti; a Torino trissava la Piovra e quì non sarà guardata nemmeno in faccia.>> L'orchestra è un urlo continuo; non esiste un piano in tutta l'esecuzione.– Molto peggio di Firenze!–
I due tenori non vanno; il baritono ed il Basso sono due comprimarii; ma tutto passerebbe se invece di Mugnone ci fosse appena appena un maestruccio di coscienza. –
È la vera infamia; ed io voglio tutelare il mio amor proprio.–
Piontelli e Cesari mi hanno confessato che non hanno mai sentito una esecuzione così barbara.– Ma sono decisi ad andare in scena a qualunque costo e contro ogni nostro veto.–
Per conseguenza non mi rimane altro che la pubblicità.–
Ho scritto una lettera a Mugnone dichiarandogli che non ha capito nulla dell'Iris; e questa lettera sarà pubblicata a Bologna prima dell'andata in scena.–
Però è ben doloroso che un Maestro compositore debba ricorrere a simili mezzi per impedire uno sconcio che non ha precedenti.–
Ricordo troppo bene Firenze!....
Ma questa volta non deve passare liscia.–
Se Ella volesse, potrebbe evitare tutto questo scandalo.– E guardi che lo scandalo non avrà limiti; perché finalmente dovrò pensare che troppo spesso si ripetono queste esecuzioni infami e dovrò finalmente provvedere a tutelare la mia musica.–
Io non so più che cosa dirle; perché sono annientato dai fatti di Bologna; ma l'assicuro che andrò fino in fondo.–
Appena sarà pubblicata la mia lettera a Mugnone, scoppierà un tale scandalo che porterà nel baratro qualcheduno.- E non sarò io!–
Dubitavo una simile infamia; ma non la credevo (io stesso) possibile.- Roba da galera!–
Dunque: urge che domani abbia l'assicurazione che lo spettacolo di Bologna è sospeso.– E bisogna che la notizia mi giunga telegraficamente prima delle ore tredici.– Se a quell'ora non avrò ricevuto nulla, partirò per Bologna a fare il compito mio.–
Spero ancora (benché debolmente) di non arrivare all'eccesso.– Tocca a Lei.– Conosco già il suo telegramma di stamane a Cesari.– È troppo debole.– Bisogna agire risolutamente se si vuole riuscire.– Se poi si vuole il disastro, si può continuare cogli stessi sistemi......
Attendo impaziente ma decisissimo.–
Con affetto sincero e con devozione
Suo = Mascagni =