Pesaro, 2. V. '902 =
Gentilissimo Comm.re Giulio Ricordi,
Le scrivo questa lettera per rinnovarle la preghiera vivissima che già Le feci a voce di pensare ai miei allievi direttori d'orchestra, primo fra questi il Maestro Jacchia che ormai da molti mesi trovasi a spasso, il che non è punto bello per lui ed anche, forse, per l'Arte nostra.-
Ella sa quanto io tengo ai miei allievi, per mezzo dei quali cerco e spero di rinnuovare e di rinsanguare il nostro teatro melodrammatico da troppo tempo rimasto in balìa di eunuchi.-
Ora, mi pare che il M° Jacchia, specialmente dopo le prove date, non meriti di rimanere abbandonato.–
Mi rivolgo a Lei che tutto sa apprezzare e che spontaneamente, a Roma, venne a dirmi tanto bene dell'altro mio allievo Moranzoni, assicurandomi che non gli avrebbe mai fatto mancare una scrittura.– E di fatti ne ho avuto subito la prova coll'andata del Moranzoni a Zara, dove credo che abbia saputo fare il suo dovere.–
Tutto questo è di grande consolazione per me, che lavoro e mi sacrifico quì a Pesaro per ridare alla nostra arte divina quello splendore che per una strana posa indigena pare che dovrebbe tramontare completamente; e doppio conforto è per l'animo mio dopo tutte le mie peregrinazioni all'estero, dove voglio che il nome dell'arte italiana torni alla gloria passata.–
A Lei, dunque, che spontaneamente ha saputo apprezzare le doti del mio allievo Moranzoni, mi rivolgo perché possa e voglia pensare all'altro mio allievo Jacchia, meritevole sotto ogni rapporto della sua benevolenza e del suo appoggio.–
Certamente, non è a Lei personalmente che mi rivolgo, sapendo da quali cure è continuamente gravato; ma sarei ben contento che di tutto questo Ella ne facesse parola al signor Blanc.–
A Trento, per esempio, qualunque sia il progetto, si darà sicuramente l'opera nuova del M° Lazzari, il quale sarebbe soddisfattissimo di avere il M° Jacchia come direttore..Ma non vorrei che, in causa dell'altra opera che si deve dare, il M° Jacchia fosse messo in disparte.–
D'altra parte, Ella sa bene che per rispetto a Lei, come per rispetto all'arte ed anche a me stesso, io non saprei né potrei suggerire un Maestro che non fosse nel caso di rispondere pienamente a con tutto il decoro al compito suo.–
Non aggiungo altro.–
Conto di venire presto a Milano, appena il lavoro del Liceo me lo permette.– Intanto La riverisco e la Saluto affettuosamente, confermandomi
Suo Devoto
= P.Mascagni =