Date: 30/10/1850



Place: Bruxelles, Belgio

ID: LLET011257




Allo Stimat.mo Signore

Giovanni Ricordi

Milano.

Lombardie

 

Car.mo Ricordi

 

Bruxelles 30 Ottobre 1850

 

Ho ben tardato a rispondere alla tua lettera del 3 corrente; ma non ne devi accagionare che le nuove grandi occupazioni per il teatro che non mi lascia respirare un momento. Ieri sera siamo andati in scena con la Gazza Ladra; dal momento che ti scrivo mi hanno già portato l’invito per andare oggi alla prova di cembalo della Lucia. Sino ad ora le facende [sic] vanno bene tanto per l’interesse che per applausi, il complesso della compagnia è assai buono; vi sono anche artisti che meritano una destinazione più alta.

Abbiamo tenuto chiuso il teatro otto giorni per la morte della Regina che fu assai compianta. A proposito dei funerali della Regina, il Sig. Fétis fece eseguire una sua musica, che è la cosa più monotona, più insipida, più pesante che vi sia. In luogo di essere il lamento della nazione per la morte del suo capo, non è che una meschina nenia povera e priva d’ispirazioni e sentimento; insomma è il compianto di un pezzente. Questa composizione fu molto critica dai giornali uno fra gli altri ne fece una mirata critica che io spedì a Escudier per riportarla nel suo giornale e tu procura di farlo tradurre nei giornali di costì.

Il Sig. Fétis non gode a Bruxelles alcuna stima come uomo; è temuto perché direttore del conservatorio e perché cattivo e perché scrittore di quelli che si chiamano critici però carenti. Egli è interessato nella casa Brandus ed è per questo che critica le opere di Verdi. Meyerbeer pure si è associato alla casa Brandus e così vedi che è una bottega una cotterie [sic] ben organizzata. A giorni tu avrai una opera di Verdi che ti sarà una fonte di guadagni e lascia fair [sic].

L’opera del M.o Bazzoni che si doveva dare qui è stata rimessa indefinitivamente perché ineseguibile, Egli è partito da alcuni giorni per Parigi onde acomodarlo [sic] ma credo che non arriverà mai ad agiustarla [sic] bene. Pare che anche a Parigi non abbia più il posto al Teatro Italiano. L’Opera si chiama l’Alcalde di Zalamea o un quiproquo ed Egli mise scrupolosamente in musica l’ultima parte del titolo della suo libretto.

Ho sentito con immenso piacere l’aparizione [sic] di un nuovo e bello Ricordino; fa le mie più sincere congratulazioni con la Sig. Peppina, sperando che essa avrà una buonissima salute.

Io mi ricordo troppo delle tue bontà per me, delle gentilezze usatemi da tutti della tua brava famiglia per potervi un solo momento dimenticarvi. Non argomentare dalle mie rare lettere ne [sic] dalla loro brevità la mia amicizia ed il mio amore per te. Ti voglio bene, ti stimo, e spero che non avremo mai ad avere freddezze e dispiaceri fra noi.

Addio, mio caro, salutami tanto tanto la Sig. Marietta, Tito, la Peppina i suoi figli e ricordami pure al Carlo ed alla sua Signora ed ama sempre

l’aff.mo tuo E Muzio

 

P.S. Lampugnani è arrivato jeri s[era] e ti saluta. Non mi dimenticare di dire tante cose alla Sig.ra Giulietta e salutala per parte di Carcano Alessandro che si ricorda di tutte le gentilezze usategli a Mendrisio.

Allo Stimat.mo Signore

Giovanni Ricordi

Milano.

Lombardie

 

Car.mo Ricordi

 

Bruxelles 30 Ottobre 1850

 

Ho ben tardato a rispondere alla tua lettera del 3 corrente; ma non ne devi accagionare che le nuove grandi occupazioni per il teatro che non mi lascia respirare un momento. Ieri sera siamo andati in scena con la Gazza Ladra; dal momento che ti scrivo mi hanno già portato l’invito per andare oggi alla prova di cembalo della Lucia. Sino ad ora le facende [sic] vanno bene tanto per l’interesse che per applausi, il complesso della compagnia è assai buono; vi sono anche artisti che meritano una destinazione più alta.

Abbiamo tenuto chiuso il teatro otto giorni per la morte della Regina che fu assai compianta. A proposito dei funerali della Regina, il Sig. Fétis fece eseguire una sua musica, che è la cosa più monotona, più insipida, più pesante che vi sia. In luogo di essere il lamento della nazione per la morte del suo capo, non è che una meschina nenia povera e priva d’ispirazioni e sentimento; insomma è il compianto di un pezzente. Questa composizione fu molto critica dai giornali uno fra gli altri ne fece una mirata critica che io spedì a Escudier per riportarla nel suo giornale e tu procura di farlo tradurre nei giornali di costì.

Il Sig. Fétis non gode a Bruxelles alcuna stima come uomo; è temuto perché direttore del conservatorio e perché cattivo e perché scrittore di quelli che si chiamano critici però carenti. Egli è interessato nella casa Brandus ed è per questo che critica le opere di Verdi. Meyerbeer pure si è associato alla casa Brandus e così vedi che è una bottega una cotterie [sic] ben organizzata. A giorni tu avrai una opera di Verdi che ti sarà una fonte di guadagni e lascia fair [sic].

L’opera del M.o Bazzoni che si doveva dare qui è stata rimessa indefinitivamente perché ineseguibile, Egli è partito da alcuni giorni per Parigi onde acomodarlo [sic] ma credo che non arriverà mai ad agiustarla [sic] bene. Pare che anche a Parigi non abbia più il posto al Teatro Italiano. L’Opera si chiama l’Alcalde di Zalamea o un quiproquo ed Egli mise scrupolosamente in musica l’ultima parte del titolo della suo libretto.

Ho sentito con immenso piacere l’aparizione [sic] di un nuovo e bello Ricordino; fa le mie più sincere congratulazioni con la Sig. Peppina, sperando che essa avrà una buonissima salute.

Io mi ricordo troppo delle tue bontà per me, delle gentilezze usatemi da tutti della tua brava famiglia per potervi un solo momento dimenticarvi. Non argomentare dalle mie rare lettere ne [sic] dalla loro brevità la mia amicizia ed il mio amore per te. Ti voglio bene, ti stimo, e spero che non avremo mai ad avere freddezze e dispiaceri fra noi.

Addio, mio caro, salutami tanto tanto la Sig. Marietta, Tito, la Peppina i suoi figli e ricordami pure al Carlo ed alla sua Signora ed ama sempre

l’aff.mo tuo E Muzio

 

P.S. Lampugnani è arrivato jeri s[era] e ti saluta. Non mi dimenticare di dire tante cose alla Sig.ra Giulietta e salutala per parte di Carcano Alessandro che si ricorda di tutte le gentilezze usategli a Mendrisio.

Transcription by Simone Majocchi


Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 216 X 135 mm

Letter name LLET011257