Amico Cariss[i]mo

Verona Li 26 Xbre 1854

Di ritorno dal Teatro non manco di darti le notizie della povera Traviata. Mi spiace il dirtelo, ma la protagonista non ha incontrato nel favore del pubblico. La voce dell’Alajmo è troppo guasta per poter cantare un’opera dove lo strumentale è leggero, i canti in generale scoperti, per cui si sentono tutti i malanni di un’organo [sic] infelice, e non valse la sua molta anima, e l’azione concitata a cattivarsi l’approvazione generale. Vedi bene che senza una eccellente Violetta tutto il resto è nulla. Difatti a nulla valse né le mie fatiche nel concertare con precisione e accuratezza lo spartito, né la soma perizia dell’orchestra e dei Cori, né la bravura del Giulini e del Cresci, quantunque tutti e due applauditi. Ci mancava propriamente la colonna fondamentale. Nel primo atto fu applaudito il Preludio, il Duettino, ed il Brindisi. Nel secondo atto applauditissimo Giulini dopo l’andante dell’Aria, con una chiamata dopo la Cabaletta. Applaudito il Cresci nei suoi a solo nel Duetto con Violetta; come pure dopo l’Adagio della sua Aria. Tutto il resto (meno il Preludio dell’atto 3^zo che fu applaudito) passò nel più gran silenzio. Neppure il bel Largo dell’atto 2^do eseguito alla perfezione dalle masse, non fu gustato, perché già il pubblico era troppo di cattivo umore. Il Ballo pure fiasco!

Vedremo nelle sere successive cosa succederà. Peccato propriamente, perché dopo tante cure, e con una esecuzione veramente perfetta, se ci fosse stata un’altra Violetta sarebbe stato un successo dei più splendidi. Ti scrivo proprio da arrabiato [sic]. Nota ancora che oggi l’Alajmo non si trovava neppure bene in voce, per cui era costretta a sforzare, ed i suoni riuscivano più disgustosi. Pazienza.

Bisognerà rifarci in altra circostanza, e ridare la Traviata in altra stagione con una protagonista migliore.

Un buon anno, e ti abbraccia

il tuo amico

Pedrotti

(indirizzo)

Signor

Tito Ricordi

Editore di musica

Milano

(il timbro postale riporta)

MILANO

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