Caro Tito

Verona Li 9/12 65

Gallo mi scrive questa mattina da Venezia che l’impressario [sic] Peranzoni darebbe in Quaresima anche il Mazeppa cogli Aldighieri, ma che non vuol spendere in noli, ed a patto che io vadi [sic] a mettere in iscena lo spartito. Mi scrive poi che bisogna decidersi subito, per prendere le dovute misure.

In quanto a me, posso rispondere che io accetto di recarmi a Venezia a mie spese per mettere in iscena lo spartito, ma poi non so cosa penserai tu di fare. Tu devi quindi a corso di posta dirmi cosa intendi di fare, cioè, se sei disposto, o meno, di rilasciare lo spartito per nulla. L’occasione è certamente propizia, perché oltre gli Aldighieri vi è scritturato il tenore Patierno che è buono.

Sono stati gli stessi Aldighieri che hanno proposto quest’opera al Peranzoni, ma però non hanno potuto imporla al detto impressario, cosicché questi risponde: io la farò sempreché abbia lo spartito gratis, e che il Maestro venga a porla in iscena. Ora, supposto che tu sia persuaso, e stante che a Trieste la mia Marion non riuscì, così io debbo far di tutto per ottenere una buona riuscita col Mazeppa; e per ottener questo desidererei migliorare ancora la spartito in qualche punto, consigliatomi anche dai conjugi Aldighieri, che allora potrebbero mettersi in repertorio quest’opera. Ma tu che ne dici? Sei persuaso che io vi aggiunga qualche cosa di nuovo?

Sopra tutto questo, desidero una pronta risposta, affinché possa rispondere in proposito all’impressario Peranzoni.

Frattanto ti saluta caramente il tuo aff.^mo amico

Carlo Pedrotti