Caro Tito
Venezia 7 Maggio 1854
Ti confermo pienamente il dispaccio telegrafico che fu composto e spedito jeri sera prima di uscire dal teatro. Non posso scriverti più a lungo perché sono stanco di avere fatto una leggenda di quattro lunghe pagine a Verdi, e la mia salute non è ancor pienamente ristabilita. Vieni dunque presto a Venezia, ma, con tua moglie, e ne sentirai di belle; se non \vieni/ te le suonerò alla \mia/ venuta costà che spero fra otto o dieci giorni.
Mi rallegro frattanto della nuova miniera di svanziche effettive sonanti, ed anche di marenghini che ti si è aperta. Salutami il Caro amico Cerri, ed il mio buono Emanuele. Tante cose alla Signora Peppina, ed alla Giulia. Credimi di cuore
Tuo Aff°Amico
FMPiave