Date: 1/1875



Place: s.l.

ID: LLET013306




Egregio sigr Giulio

Le seccature che ebbi col libretto dei Promessi sposi, oggi si rinnovano colla Savojarda – Ella non lo crederà ma vi sono dei punti che ancora non mi persuadono. – Così succede quando il melodramma in sé stesso è arido. Il Giussani ha fatto quanto ha potuto ma è certo che un’altro poeta come p.e d’Ormeville avrebbe rimediato meglio, e per versi, e per svolgimento – Non per nulla in varie riprese m’arrestai non convinto. – Io proposi Giussani, per aver veduto un suo libretto discreto, e anche per raccomandazione di Pallerini. – Ma lasciamo il passato, egli ha fatto del suo meglio, e certo non è colpa tutta sua. Del resto le modificazioni che ancora resterebbero a fare sono pochissime, il verso è quello che è … certo che diranno l’ira di Dio! Ciò che bisogna cambiare, è la catastrofe finale. Nel finale del second’atto la Savojarda in procinto di sposarsi a Gualtiero, scopre questi in colloquio colla Contessa, ode parole d’amore, etc, e perciò col cuore dilaniato rinuncia all’amante, – e fugge – sono scorsi parecchi mesi – s’apre l’atto 3.° dove sta per compiersi l’unione di Gualtiero colla Contessa – Gran feste in un palazzo che si vede a sinistra dopo alcune scene mentre Gualtiero e la Contessa sono inebriati nell’amore e che i Cori fanno baldoria, sortono da una capanna a destra alcune Montanare che narrano come una giovane va consunta. Allora tutti s’allontanano e rientrano nel palazzo. la Contessa presa a pietà dallo stato di questa giovane che ignora essere la Savojarda, (creduta morta, e da lei e da Gualtiero) va per trovarla, e vede che è Lina – Straziante racconto di quest’ultima pe’ suoi patimenti l’altra commossa. – Infine la Savojarda dice: va … sii felice e lasciami morire! e rientra nella capanna! - Sì signore che la Contessa quantunque abbia veduto la Savojarda in stato compassionevole, non ci mette ne punto ne poco, recandosi istessamente all’altare. – Qui accade il rito interno e Lina disperata in scena. – Io vorrei evitare questo tratto durissimo della Contessa, e benché dopo il pezzo interno nel tempio tutto lasci travedere che tutto è compiuto, io vorrei supporre che la Contessa all’ultimo momento rifiuta l’anello, fugge, e non si vede più – Insomma fare ch’essa presa a compassione di Lina rinuncia alla mano di Gualtiero. Allora i Cori sortono dal tempio ad annunciare a Lina la cosa, quindi sorte Gualtiero – Ma troppo tardi, che Lina muore – oppure non farla morire e che termini con un quadro. Io sto pensando a questo rimedio e ho trovato qua un certo sigr Sapio del quale mi si dice molto bene, e che s’incarica per queste modificazioni[.] Ma già è sempre un scioglimento che fa pietà – Ma e che devo fare? Sono quasi tentato di lasciar tutto come prima, tanto sono indispettito. Basta: in un modo o nell’altro, farò. E se non mi persuade, ricopio il libretto, glielo mando a Lei perché possa trovare l’angelo salvatore di quest’opera, un’altro poeta. -

Il mio indirizzo è Piazza S. Anna, N° 3 Palazzo Lucchesi.

Stassera prima recita dei Vespri. Ah! se Lei sentisse le masse di quaggiù! Come si prova! Cose che non si sentono a Vimercate! – Teatro poi antipatico sordo, palcoscenico orribile, stretto = Tutto si lascia correre, stonazioni, oscillazioni, – I tempi poi! E Platania!!!! – Insomma assistendo a queste esecuzioni sembra di avere le cimici addosso! I cantanti dovrebbero piacere (mi pare!) poiché sono i soli che si possono sentire … – Vedremo il verdetto di questo pubblico e quale ne è l’intelligenza! –

Frattanto le rinnovo i miei augurj, ringraziandola dei Suoi, non senza dirle che quei sottolineati mi fanno più paura che coraggio – Ho cominciato la Gioconda che rileggo sempre – Converrà fare dei tagli qua e là poiché vi sono delle cose troppo lunghe, p.e. tutta quella parlata di Gioconda nell’ultim’atto [il testo prosegue di traverso] quando fa sapere le disposizioni che ha dato per la fuga degli amanti – Il Duetto fra Enzo e Gioconda non mi garba molto, mi pare che cada, - sempre bello il terzetto, - come l’entrata della Cieca nel finale 3° vorrei che fosse causata meglio, ... in altra mia le dirò come la penso

Tante cose alla signora, e alla sua famiglia -  Mi creda

di Lei devmo Ponchielli

[di traverso sulla prima pagina] Tanti doveri per parte di mia moglie

[di traverso nelle pagine interne] Qui il clima è magnifico, ma il soggiorno mi è decisamente antipatico

Transcription by Pietro ZappalĂ  - Centro Studi Ponchielli di Cremona


Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 210 X 136 mm

Letter name LLET013306