Caro Tornaghi.

14/1 78. – Roma

Con tutto il piacere che ho io pure di veder ritoccato il libretto di questi benedetti Mori da Fortis, penso come dietro la condanna che lui ha proferito su questo melodramma, io dovrei rifare la musica composta, perdere il tempo che ho speso nel musicare 3 atti, e diciamolo pure 3,000 lire circa da me versate a Ghislanzoni. Se io fossi sicuro di veder mantenuti 5 o 6 pezzi da me accennati al sig. Giulio in una mia, pazienza ma chi me lo assicura? ... Perciò siccome prevedo che Fortis annullerà tutto, preferisco addirittura un nuovo libretto di pianta su altro argomento, abbandonando per ora i Mori che io terrei per mio conto riserbandomi di farli accommodare, di finirli a suo tempo etc etc – Ho scritto a Giulio in proposito tempo fa, anche per sentire se potrei continuare coll’Olga di cui ho ideato il solo prologo, pronto a ritoccarlo, caso mai occorressero modificazioni radicali anche a questo libretto. Cosa gliene pare? È persuaso dal melodramma?

In base dunque a queste mie idee vorrei sapere se a Giulio sarebbe indifferente l’abbandonare il pensiero dei Mori, e scegliere altro soggetto d’accordo con Fortis. Certo che non dovrebbe rinnovarsi il fatto che accadde coll’illustre in discorso … pel quale poi se immaginavo che una semplice tela di un celebratissimo drammaturgo sì (ma che non ha mai fatto libretti) avesse dovuto costare alla Casa un’occhio del Capo prima di essere accettata avrei piuttosto preferito un’altro. E d’altro lato mi avresti tu consigliato di accettare un’argomento che in fondo non mi persuadeva?

Saluta il sig^r Giulio, pel quale sono davvero spiacente della disgrazia che lo minaccia. Quasi non bastassero le altre che hanno così infamemente inaugurato il nuovo anno!

Prima di venirne costì sappiami dire qualcosa. Rinnova i miei convenevoli a tutta la famiglia Ricordi, e a tua moglie e credimi

tuo sempre

A Ponchielli