Pesaro, 4 sett. 1929

Carissimo don Carluccio - vi ringrazio della vostra lettera.
Sta bene per Trieste e vada per la Laurenti e il Masini anche se io preferivo la Favero con qualche tenore nuovo.-
Per Napoli, vi raccomando, siate energico per ciò che mi riguarda; non è bene permettere a quei signori, che reggono male il S. Carlo, di fare tutto il proprio comodo.-
Per la Scala ho gran timore – se c'è di mezzo Guarnieri – che la povera Francesca andrà incontro a dei guaî. Chi crede più a quel direttore? e chi non sa che per abitudine accetta gli impegni per non mantenerli? Questo per ciò che riguarda Francesca ché per ciò che riguarda la direzione scaligera io speravo che, dopo il successo della mia opera lo scorso anno, si pensasse a qualche altro mio lavoro. Ma i successi si negano così facilmente, anzi, alla Scala, si stroncano! Ed è ormai evidente che per i direttori scaligeri Zandonai non esiste che per Francesca ed esiste appena, appena... forse per velare un boicottaggio che ormai è palese anche al pubblico. Mi dispiace, caro don Carluccio, ma se potessi saltare gli interessi della ditta, Francesca io la pesterei sul naso di Scandiani e compagni ed ai cantantini che offrono codesti signori io preferirei il boicottaggio ben chiaro e ben significativo. Ma non voglio apparire di fronte a voi come il solito compositore scocciante epperò vi prometto che non ritornerò in argomento. Nutro sempre la massima fiducia che il tempo mi darà ragione.
Resterò qui a Pesaro ancora 5 o 6 giorni poi mi trasferirò a Sacco per tutto l'autunno. Non dispero di rivedervi presto o a sacco o a Milano.
Affettuose cose intanto da mia moglie. Ricordatemi a Renzo – se è costà – e abbiatevi l'abbraccio del vostro
aff^mo Riccardo
P.S. Mi potete dire se Stoccolma ha risposto circa le 1800 lire che io debbo avere ancora dalla direzione del Reale?
I Cavalieri sono stati ripresi in quel teatro e se ne sono fatte già due recite.