Date: /1894



Place: s.l.

ID: LLET000207




[1894]

Egregio Signor Giulio, Puccini se ne va ed io intanto dal letto dove mi inchioda un'influenza accanita Le scrivo - prima perché Ella debba così avermi per iscusato nella assenza mia di domani alla Società di M.[utuo] S.[occorso] - poi...e di che altro se non della Bohême potrei scriverLe? -

Dunque a Puccini non piace niente affatto la risoluzione trovata domenica sera - egli vuole cominciare, come s'è fitto in capo, colla Mimì in letto, Rodolfo al tavolino a scrivere e un mozzicone di candela a illuminare la scena.

Cioè niente separazione fra Rod.[olfo] e Mimì!-

Orbene così davvero non vi è più la Bohême - non solo, ma non vi è neppur più la Mimì di Murger! Abbiamo un'incontro in una soffitta fra un poeta giornalista e una sartina - si amano, si bisticciano - poi la sartina muore...

Il caso è pietoso ma non è la Bohème!- Il caso d'amore è lagrimevole....(e romantico!) ma la Mimì di Murger è più complessa! Bisogna avere un po' di compassione anche pei librettisti!

Ora io dico che è già un'errore che la separazione di Rod. e Mimì non avvenga avanti agli occhi del publico, - figuriamoci poi se di separazione non ne dovesse avvenire in nessuna maniera!- perché la essenza del libro di Murger è appunto in quella grande libertà in amore (suprema caratteristica della Bohème) colla quale agiscono tutti i personaggi! Pensi quanto più grande e più commovente può essere quella Mimì che - potendo oramai vivere con un amante che le passa della seta e del velluto - sentendosi uccidere dall'etisia va a morire nella desolata e fredda mansarda pur di morire nelle braccia di Rodolfo. Mi pare impossibile che Puccini non ne voglia comprendere la grandezza!

Eppure è ben questa la Mimì di Murger!-

E noti (e a me parebbe quasi una trovata) come sarebbe nuovo cominciare l'ultimo atto tal quale come comincia il primo. Solamente non è l'inverno, ma è l'autunno.- Dalla ampia finestra non si vedono i tetti di tutta Parigi bianchi di neve, ma Rodolfo vi raccoglie portata dal vento una foglia e il pensiero di Mimì gli ritorna.

Si potrebbe cominciare con Rodolfo solo e intanto far sapere al publico della separazione - questa benedetta separazione così necessaria! (Un' a solo del tenore finora non c'è!) In tutto il dramma i nostri Bohèmes non sanno che mangiar bene e bere meglio - qui si potrebbe mostrarli al pubblico che pranzano con un'aringa in quattro dove si scoprono i sapori di cento vivande.

Infine, volendo, c'è modo di completare il libretto e sanarlo dalla enorme ferita infertagli dal taglio del Cortile. Ma qui - più che per Puccini - mi pare dovrebbe Lei schierarsi dalla nostra parte. Creda che il giornalismo sarà di una severità eccessiva. Diranno che era inutile metterci in due per fare un libretto - o meglio - cavare da un libro un libretto incompleto.

Così - invece - e lasciando a Giacosa la più ampia facoltà e libertà, tutto si aggiusta, non solo, ma quest'ultimo atto riuscirà di una potente commovibilità e poeticità. Così - come si è stabiito domenica - respiriamo un po' anche noi. Ché, se si dovesse togliere il Cortile per rimettervi a suo posto il niente - sarebbe troppo poco.

Scusi la bagolata ma quel Puccini fa avere di quelle paure...... pur troppo – (e bisogna confessarlo!) - Ella gliele dà pur sempre quasi tutte vinte!

La verità bisogna pur dirla, e i pulcini neri sono sempre Giacosa e

il Suo devotmo

Illica

Transcription by Archivio Ricordi
Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 200 X 128 mm

Letter name LLET000207