Cariss° Signor Giulio,

se affezione, stima, ammirazione e riconoscenza possono ancora avere il loro vero significato, in tutta la loro sincerità ed essenza, io oso ancora queste benedette parole scriverle a Lei perché, esse, unite insieme, esprimono esattamente tutta la mia devozione a Lei.- Veda dunque se io proprio sia nelle condizioni di scrivere a Lei delle lettere cattive mentre tutto il danno della risoluzione da me presa ricade sù me. Io perdo del lavoro; perdo una posizione; perdo del denaro; perdo perfino della réclame; perdo quasi il mio avvenire perché tutte le mie speranze si sfasciano senza il di Lei appoggio e la di Lei protezione, come si dice. Perdo (sento che è così) gran parte della mia fecondità; ma rinuncio senza dolermi a tutte le idee, abbozzi, proposte e tele, come quella ad esempio che mi valse la lettera del Claretie che fu per me una soddisfazione personale.

Ma sopratutto perdo Lei.

Questa è la verità; e questo triste momento della mia vita può rendermi stanco ma non ingiusto. Ella deve comprendere quello che passa ora nel mio animo. La ragione della mia risoluzione è giusta, è logica. Il Signor Franchetti per me è niente, Giulio Ricordi tutto. La ragione della mia risoluzione è giusta e logica, altrimenti invece di epidermide avrei la crosta a squame ossee del rinoceronte, della tartaruga, del caimano; non solo è giusta e logica, è semplicemente necessaria perché non mi rimane altro da fare.

Certo che questa ragione \non/  è unica; no, ve ne sono altre; ve ne sono altre che io non scrivo né dirò mai perché La addolorerebbero troppo e profondamente, e però voglio tacere, ed Ella deve concedermi questo silenzio mio che ora può essere un'altra prova, un'altra qualità della mia perenne devozione a Lei. Però, ripeto, la ragione, la sola che per me ha valore è la fiducia di Lei che mi è venuta a mancare.

Mi creda sempre, Carissimo Signor Giulio, di Lei aff^mo

L.Illica