Date: 29/5/1848



Place: Parma

ID: LLET002534




Stimmo Sigr. Giovanni

 

Già da giorni ho ricevuto la sua lettera in data del 17 corrente. Io vedo che per me queste lettere così complicate diventano d’una difficoltà grande per rispondervi, tuttavia m’ingegnerò rispondere a tutti punti.

Sembrami che a riguardo dei tempi che corrono ed anche per non sagrificarmi totalmente nell’amor proprio, tanto lei che il Sigr. Lanari dovrebbero mostrarsi più facili nelle trattative, altrimenti io corro rischio di veder questa mia Opera dopo fatto il giro dei Teatri di Lanari essere del tutto dimenticata, e davvero che parmi non lo meriti ed anzi esser questi i tempi che se v’ha un Teatro aperto, debba darsi il Gennaro.

Vi è certamente errore di memoria ma non è né dalla mia parte né da quella di Lanari, bensì dalla sua. Quando stavamo per combinare il nostro contratto ella chiese di vedere la mia scrittura con Lanari per l’opera di Firenze. Io gliela mostrai, e da quella risultava come la proprietà fosse tutta devoluta al Lanari. Io che sapevo benissimo come il Lanari a voce mi avesse accordata la metà della proprietà, gli scrissi varie volte facendogli osservare come il Marchesi doveva essersi sbagliato nello stendere quella scritta. Sulle prime vi ebbi delle risposte indecise ma finalmente vedendo la mia insistenza ed avendogli io assicurato sul mio onore che questa mezza proprietà mi veniva conscienziosamente [sic] Lanari ma la accordò, ed io che ero contento non trovai conveniente di parlargli d’aver tutta quella la proprietà sulla stampa, perché poi avrebbe potuto dirmi «stiamo alla scrittura che avete sottoscritto» e se io vi fui tanto asino da sottoscrivere senza leggere peggio per me. Ella deve benissimo ricordare questa lunga tiritera poiché ne abbiamo parlato molte volte insieme, ed anzi replicatamente ella mi consigliò a rompere il contratto, anziché essere vittima o della mia trascuraggine o della poca memoria del Marchesi nel dimenticare che mi veniva di dritto la mezza proprietà.

Ora adunque sembrami che per poco che ella ceda e lo stesso faccia Lanari il tutto si può accomodare facilmente ed amichevolmente e così vi avremo il nostro interesse tutti e 3. Per quanto riguarda il diritto di Lanari e di suo figlio per la riproduzione dello spartito sui Teatri di loro pertinenza, non è cosa da parlarne, poiché a questo riguardo quando si combinò il contratto fra noi esistente, mi si diminuirono 500 Lire poiché si disse che se avessi avuta la mezza proprietà avrei dovuto cederla per lire 2000, ma Tito soggiunse che era troppo perché il Lanari si serbava sempre il diritto di riproduzione pei suoi Teatri si disse che dovevano bastare 1500. A questo discorso si trovò presente anche il Sigr. Cerri. Su ciò adunque non si dee [sic] più parlare.

Parmi che nel modo seguente il tutto sarebbe accomodabile.

Ella dee desistere sulla pretesa delle 60 Lire ogniqualvolta il Lanari riproduce il Gennaro.

Lanari dovrebbe accontentarsi, per la mezza proprietà di stampa, di avere 12 esemplari dell’intera Opera, cosa che a lei non reca gran danno.

Per lo spartito autografo io scrivo oggi stesso al Lanari che sembrami più naturale che lo abbia l’editore anziche [sic] l’Impresario; ma anche per questo lato non capisco quale vantaggio si abbia dall’avere lo spartito originale od una copia.

Sulla diferenza [sic] dei Libretti che il Lanari dia 15 o 16 Lire al cento la è così piccola cosa che o l’uno o l’altro deve cedere per usarmi un riguardo. Io non avrei mai più creduto che i Commercianti badassero tanto pel fino.

La copia che Lanari dice avermi dato si sta ora copiando ed io poi voglio ridarne 3 o 4 Pezzi acciò si possa al più presto possibile incominciare la stampa. Il resto sarà meglio li faccia ridurre da Tuzzi che di tutti gli è il migliore. Io scrivo così perché sono persuaso che tanto lei quanto Lanari vorranno compiacermi e che il tutto si combinerà presto.

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Il Gennaro a Reggio ha piaciuto. Si è ripetuto e si ripete sempre l’Introduzione Atto 2.do che è una specie di giuramento. Fui chiamato moltissime volte, ma essendo schifoso adesso a parlar di Teatri non mi perdo in dettagli. Per amor di verità debbo però osservare come De-Bassini eseguisce quell’Opera perfettamente, ed anzi mi ha già assicurato che la proporrà subito a Londra al Covent Garden ove la andrà la primavera ventura.

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Non capisco come non abbia ancora risposto alla domanda che le feci di volermi dare mille Lire, tanto più che ora elle è ben sicuro che la mezza proprietà mi spetta, e che se non erro parmi averle scritto che mandandomi questa somma mi faceva un vero piacere.

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In questo punto mi si respinge da Reggio la sua in data 24 Maggio. In questa lettera sembrami non v’abbia nulla d’importante e che il già detto in questa mia risponda a tutto quanto.

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Ieri uscirono due bullettini annuncianti la resa di Peschiera. Stamane questa notizia si mette in dubbio. Che sia o no?

Finalmente poi il [***] si è destato e per dir vero assai lodevolmente. Passando dai grandi ai meschini: che [Cominozzi] sia venduto all’Austria? Il suo Giornale è una vera insolenza, oltre ha parlato di quell’angelo del Papa come si favella d’un mascalzone, generalmente è contro le Dottrine di quell’altro angiolo di Gioberti e quello poi che è Peggio che si spaccia per Repubblicano e dal suo modo di dire calcolato ed oscuro pare un vero stipendiato dell’Austria. Che sia?

La prego rispondermi presto e mi creda suo

Parma 29 Maggio 1848 = Aff.mo amico G. Sanelli

 

 

(Indirizzo)

Sigr. Giovanni Ricordi

Editore di Musica

Milano

 

(il timbro postale riporta:)

PARMA

29

MAGGIO

[1848]

 

Milano

[**] . MAG.

Transcription by Paola Meschini
Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 208 X 133 mm

Letter name LLET002534