Date: 11/5/1911



Place: Pesaro

ID: LLET002791




Pesaro 11 maggio 1911.

Caro signor Tito - è il caso che io mi debba scolpare dei torti coi quali Ella amabilmente mi investe? È mai possibile che io dimostri di non avere grande, intera fiducia nella mia Casa Editrice proprio nel momento in cui consacro ad essa la mia migliore attività artistica? Caro Commendatore, Ella che conosce il mio carattere forse eccessivamente orgoglioso e fiero (mi riconosco questo difetto) dovrebbe essere persuasissimo che qualora questa fiducia nell'Editore mi venisse a mancare saperi dichiararlo francamente e sopratutto non offrirei alla Casa, come ho fatto in questi giorni, i miei lavori presenti e futuri.

Melaenis è fra i passati e rappresenta un caso speciale. Ella avrà forse ragione incolpandomi di non averLe più parlato di quest'o[pe]ra dandoLe così motivo di credere che io avessi smesso il pensiero di finirla; ma che vuole, il giudizio Suo di tre anni fa sul libretto mi aveva talmente impressionato che non azzardai più di parlargliene. So che Ella non recede facilmente da un'opinione e il parlarLe nuovamente di Melaenis, per una eventuale cessione alla Casa, mi pareva cosa seccante e indelicata. Fu allora che cedetti l'opera al mio amico dott. Pizzini che ne era entusiasta pur riconoscendo che la musica rivestiva un libretto di non grande valore. Nel fatto di aver stabilito la cessione alla Ditta Ricordi e C, qualora questa se ne fosse interessata, dopo che l'opera avesse avuto successo sulle scene, Ella non può intravvedere una mancanza di fede nella fiducia che la Ditta stessa mi ha sempre dimostrato: di quest'opera, Ella, che rappresenta la Casa Editrice, non conosceva che il libretto qual<'>era allora; come dunque avrei io potuto credere che Ella non avesse fiducia nella musica che ancora non Le avevo fatto conoscere? È troppo chiaro che la Sua sfiducia era rivolta al librettista e non a me. Dunque il fatto delle [recte: della] eventuale cessione stabilita fra me e il dott. Pizzini, non dev'essere interpretata che come atto di deferenza verso la Casa Editrice.

Non ho poi mai neanche lontanamente pensato che Casa Ricordi non abbia la possibilità di far dare un'opera alla Scala ed io non capisco come dalle mie parole Ella abbia potuto capire questo. So che la Casa può tutto ciò che vuole e sono convinto che se i miei lavori ancora non hanno potuto ottenere il battesimo del massimo teatro milanese ciò dipende solo da ragioni che io non conosco perché certamente non mi riguardano.

Per concludere, caro Signor Tito, Le dirò che sono dispostissimo a farLe conoscere Melaenis e che scrivo subito a Pizzini perché egli si metta con Lei d'accordo per tutto e su tutto. Qualunque sia l'esito di questa audizione avrò sempre guadagnato il piacere di farLe conoscere un mio lavoro che per il carattere speciale della musica rappresenta un tipo diverso dal Grillo e di Conchita. Se incontrerà la Sua simpatia e l'amico Pizzini vorrà cederglielo, nessuno sarà più felice di me. Glielo dico proprio sinceramente!

Le rimando i contratti firmati dei due pezzi già spediti alla Casa assicurando che farò avere quanto prima dal mio amico L. Leonardi il consenso per la pubblicazione delle parole dell'Ave Maria.

Manderò fra giorni anche il Vere novo nel quale sto lavorando; dichiaro però di non avere dal D'Annunzio il permesso di pubblicazione della sua piccola poesia. Devo chiederla io al Poeta? Non vorrebbe invece incaricarsene Lei, caro Commendatore, passando da Parigi? Me ne dica qualche cosa la prego.

Rinnovo gli augurî fervidissimi per la salute preziosa del Suo Babbo e mi tengo a disposizione Sua e dell'amico Pizzini per quanto concerne l'audizione di Melaenis.

Coi saluti più cordiali e rispettosi mi creda

Suo devmo R. Zandona

Transcription by Diego Cescotti - Biblioteca Civica di Rovereto

Named works
Melenis

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 180 X 125 mm

Letter name LLET002791