Amico carissimo,

Torino li 9. 7mbre 1860.

Dalla lettera di mio fratello avrai sentito la conferma delle buone notizie che Marzi ti ha a voce recate intorno all’esito della mia Opera. Ora io sono lieto di aggiungerti che essa incontrò meglio il favore del Pubblico alla 2.^a e 3.^a rappresentazione. Jeri sera il Teatro era pienissimo e stasera (4.^ta rapp.^ne) non dubito ce ne farà uno uguale e questo è il più sicuro indizio che l’Opera piace. Io poi mi lusingo che andrà piacendo ognor più anche pel motivo che vedo che questa mia musica è eseguita molto volentieri dalle masse ed è un gran bene che l’esecuzione dei Cori e dell’Orchestra possa (all’infuori del solito) mantenersi costantemente animata. Questo è ciò che più mi consola e che mi fa rimanere contento e soddisfatto del mio lavoro. Avrai inteso da mio fratello come la parte più importante e che meglio poteva dar risalto all’Opera sia stata ora sacrificata. Il Baritono mi ha mancato completamente. Pazienza! Spero che in una riproduzione anche da questo lato sarò fortunato. Ho visto meglio l’importanza di tal parte e mi ci vuole per essa un Artista provetto, non mai un semi-principiante. Ciò che ti dico in quanto al Melzi, resti fra noi, perché non vorrei dal canto mio fare il minimo danno a quest’ottimo giovane.

Io resterò qui ancora per qualche recita onde osservare bene se c’è qualche modificazione a fare per quando si avrà a stampare l’Opera e così la prepareremo bene in ordine pel Carnevale.

Nel rinnovarti mille ringraziamenti per la premura che ti sei data per me in quest’occasione, co’ doveri alla famiglia Ricordi e alla degn.^ma tua, passo a salutarti caramente e a dirmi:

Tuo Aff.^mo

Ant. Cagnoni