Sig. Tito di Gio Ricordi Milano

Carissimo amico!

Venezia 18 Aprile 1858

Venerdì mattina ebbi dal comune amico Gallo i materiali occorrenti per estendere il rapporto sui diritti d’autore. Ier sera l’ho letto allo stesso Gallo; oggi è sotto copia e domani dopo un’ultima collazione sarà presentato al Municipio. Ad onta del tempo brevissimo commessomi ho cercato di scriverlo con tutta la cura, seguendo per quanto mi fu possibile tutte le tue intenzioni. Sopratutto ho curato che sia chiaro, calzante, logico, ben determinato nelle sue posizioni. Sui difetti di quello antecedente del 53 scritto dal Somma siamo pienamente d’accordo. Quanto a quello ultimo che hai presentato tu a Milano, se devo esser sincero, lo trovo egualmente destituito di quella chiarezza e di quella distribuzione logica delle materie che occorrono in atti simili, se si vuole che siano letti e compresi. Forse dipenderà dalla fretta con cui fu compilato: è certo però che a quell’atto può nuocere molto la incertezza nelle domande, e specialmente quella specie di contraddizione che esiste riguardo ai pot-pourris. Nell’interno del rapporto il referente si limita a domandare l’inserzione di una clausola al § 6. lett. b. Nell’annesso invece che segue il voto dei professori, si domanda il divieto assoluto. Per quanto queste due domande siano subordinate l’una all’altra, credo che sarebbe stato meglio limitarsi alla seconda per tutte le ragioni di convenienza e di diritto, e se non fosse altro per la gran ragione che domandando l’intiero si ha una più grande probabilità d’ottenere la parte. Io ho pensato d’accordo col Gallo d’appigliarmi a questo partito, appoggiandomi ad un attestato ch’è firmato dal Bosoni , Buzzola e dal Tessarin juniore. Se riformando la Patente aggiungessero al § 6. lett. b. la clausola che non si debbano ritenere per contraffazioni che quelle composizioni sui concetti Mus. altrui che hanno il carattere di distinte produzioni dell’ingegno, non ci sarebbe alcun vantaggio per gli autori od aventi causa per la gran ragione che sarà sempre impossibile di precisare ove finisce la contraffazione e ove comincia la distinta creazione dell’ingegno. Il tuo rapporto Milanese mi pare che pecchi nella distribuzione delle domande: quelle sulle modificazioni alla Sov. Pat.^e sono mescolate alle altre più generali che riguardano i rapporti internazionali. Il 1° punto tratta delle copie a mano, il secondo della necessità di un trattato col Regno delle due Sicilie, il 3° dei pot-pourri, il quarto dei rapporti cogli Stati soggetti alla Convenzione internazionale. Oltre aver resa più ordinata la distribuzione delle osservazioni, ho cercato di dar risalto alle due più essenziali, e ho finito il rapporto con un riassunto che deve per forza richiamare l’attenzione di chi legge alla comprensione di tutta la quistione. Così ho cercato che tutto lo Scritto sia informato a quei principi generali di diritto, tanto bene formulati dal Crepuscolo, poiché mi pare che se si arriva a far ammettere come diritto quello che ora non è che privilegio, dovranno sparire tutte le contraddizioni, le incoerenze della legge, le limitazioni, le distinzioni, le caducità, e il diritto d’autore risulterà pieno, illimitato. Fai molto bene a inserire articoli sull’importante argomento. Dimmi chi li scrive.

Se troverai nel mio lavoro delle mancanze devi compatirle non solo per la mia limitata capacità, ma perché il tempo fu così stretto che l’argomento nuovo per me e difficile l’ho dovuto afferrare più che altro per divinazione. Pensa che ho dovuto in sole 24 ore studiare la Sov. Patente, i Rapporti, gli annessi, e scrivere tutto d’un fiato venti pagine di roba.

Domani te ne spediremo una copia. Prima è stato impossibile.

Spero sempre di vederti a Venezia; in qualunque cosa ti occorra disponi di me.

Ricordami tanto a Giulio e credimi con la solita aff. amicizia.

Il tuo aff.

F. Filippi