Firenze, 9/2/23

Caro Commendatore,

    Sono ben dispiaciuto per quanto Ella mi telegrafa sull'esito del 3° terzo Atto del Colombo. Credo pure che, come le scrissi quando stavo scrivendolo, per mal riuscito che possa essere sarà sempre infinitamente preferibile all'antico atto d'America di ignobile memoria perché come libretto non è nemmeno da confrontarsi con quello e come musica contiene tutti i brani migliori di quello antico. Quello che ha nociuto al successo dell'Atto a Roma è stato quel solo di Violini che lo chiude e che richiede un'artista [sic] per eseguirlo e un relativo movimento scenico che non c'era.

Ora ho fatto pregare Gui di togliere l’ A solo [sic] e di far eseguire il brano da tutti i 1° violini. Dico: ho fatto pregare perché purtroppo Gui mi ha mandato un telegramma molto risentito che mi impedisce di avere dei rapporti diretti con lui. Le notizie catastrofiche che ho ricevuto dopo la prova generale erano certo esagerate, in ogni modo evidentemente Gui ha saputo rimediare a tutti i guai giacché l'esecuzione è stata buona. 

Tornando al nuovo atto, le dico che in tutti i teatri, ai tempi che io assistevo alle prove e alla prima rappresentazione del Colombo, l'Atto d'America veniva gittato alla prima rappresentazione e anche la critica più benevola lo condannava. A Roma invece stando al telegramma che le unisco avrebbe avuto 5 chiamate. La stampa romana ha usato verso il Colombo di un'arte demolitrice raffinata di cui una volta non si conosceva il segreto con l'obiettivo di annientare l'autore più dell'opera. Legga la Tribuna e vedrà a che punto di malvagia raffinatezza si può arrivare. Certo che se lei ed io avessimo potuto essere a Roma in questa occasione le cose sarebbero andate diversamente. Voglia gradire i miei cordiali saluti

Suo aff^mo

AFranchetti