Asolo (Treviso)

20 – VI - 1927

Gentilissimo Commendatore.

Sono parecchi giorni che volevo scriverle per ringraziarla “dell’invio” a suo tempo ricevuto e dirle pure che sono stato lieto delle cifre quali risultano dal loro “estratto conto” del 14 maggio 1927. Deplorerò sempre che la sua casa non abbia voluto comprendere la mia ammirazione e provare quali erano le mie intenzioni come più volte avevo cercato di farle capire.

Le ripeto non sono d’accordo coi geni mancati che buttano la colpa addosso agli editori.

Gli editori sono gli esponenti della situazione che i vari “Giuda” vanno creando in ogni città rendendo difficile le iniziative non campanilistiche. Sono certo che il mio piano poteva anche diventare un buon affare. Ma purtroppo in via Berchet c’è un grosso mastino (se vuole con parecchie teste e che abbaia, pur essendo sdentato) il quale mi vieta l’ingresso. Sciarada a premio: cercate il mastino. Può darsi che non lo trovino perché non è improbabile che si sia recato dal dentista a farsi fare una bella dentiera. Ma chi cerca trova. Coraggio dunque. Senza rebus, potranno sempre trovare in me un amico devoto che adopera i suoi denti soltanto per mangiare il pane quotidiano. Tutte le strade conducono a Roma, dunque la presente epistola volge verso la fine e finisce bene perché devo comunicarle una notizia che non è cattiva.

Oggi il mio amico Henry Prunières mi scrive che Gunsbourg di Montecarlo ha deciso di montare le Tre commedie Goldoniane nel suo teatro. Il Prunières in persona si è recato alla Casa Ricordi di Parigi per dire che il Contratto sia tosto spedito a Milano e mi consiglia di dir loro di fare le cose con molta sollecitudine.

Mi raccomando dunque di non perdere tempo e la ringrazio. Spero mi userà la cortesia di tenermi informato.

Appena ritorna a Milano il Commendatore Clausetti la prego di salutarlo da parte mia. A lei tante cose cordiali dal suo aff^mo

G. Francesco Malipiero

Potrei avere una partiturina dei Pini di Roma e delle Vetrate di Respighi? Grazie.