Al Pregiatissimo Signore

Il Signor Giovanni Ricordi

Editore Musicale in

                                          Milano

Costantinopoli 12 Aprile 1851

Caro Sigr Giovanni

Finalmente!

Finalmente dopo un infinito avvicendarsi di va e non va, di viene e non viene, di canta e non canta di chiaccare [sic] e di contraddizioni; ristabilito da lieve malattia il Sigr Mitrovich; superata la mala disposizione della Sigra Penco; conciliate le permalose suscettività artistiche delle due prime donne, le quali si contesero a tutta oltranza la parte, ch’esse credevano la più importante dell’opera; il colossale Mosè dell’immenso Rossini, da tre anni promesso costantemente in ogni stagione a questo Pubblico, e costantissimamente non dato mai, è andato, la sera del 10 corrente, è ito finalmente in iscena!

Fu cosa strana che le suddette due prime donne, dopo di essersi accapigliate si fieramente adirate per la scelta delle parti, talché non se ne sarebbe fatto nulla, se l’una, la Sigra Lotti, buona e condiscendente, non si fosse accontentata di far da Sinaide, a patto di cantar poscia un altro spartito, che codeste donne, diciamo, non mostrassero alla prova di aver mezzi sufficienti da poter degnamente interpretare la musica di Rossini!

La Sigra Penco (Anaide), ha voce facile, per dir vero, e atta alla agilità e ai passi di bravura; ma difetta di robustezza e di slancio; il perché in tutti i pezzi concertati e nella sua aria del 4° atto, l’esecuzione riesciva alquanto pallida e senza nervo.

La Sigra Lotti, pel contrario, dotata di voce omogenea e sonora, è novizia ancora nell’arte; nella sua aria in ispecie massimamente  chiaro si scorge non aver ella gli organi vocali abbastanza educati ad eseguire finitamente i passi d’agilità, onde l’aria stessa è tutta fiorita.

Lode si deve al Sigr Mitrovich (Mosè) per essersi molto ben abbigliato; il principale biasimo per non saper convenientemente fraseggiare i recitativi, tacendo della continua incertezza nell’intonazione.

Il Bozzetti (Amenofi) ha ben cantato, massime il suo duetto con Faraone vivamente applaudito: l’altro tenore, Sigr Prudenza (Eliséro), ha fatto quanto era in lui per riuscire a qualche cosa.

Il Sigr Corsi, anche in questa picciola parte di Faraone, si è mostrato quel valente artista che tutti sanno, e nel duetto con Amenofi ci ha fatto gustare alcune variazioni piene di buon gusto e nitidamente eseguite.

Questo è il giudizio artistico; il giudizio del pubblico è però ben altro!

Il prestigio di queste divine note ha giovato singolarmente i cantanti; l’entusiasmo è al colmo per l’opera e per chi l’esegue.

E’ il fatto della Luna che accatta la luce del Sole.

La mise en scène è magnifica; machinismo, decorazioni, tutto insomma ha contribuito al felice successo dello spettacolo.

A. M.

Carissimo Sigr Giovanni

Mi scusi se scrivo d’altrui mano: sono in letto per leggiera indisposizione, ma col prossimo vapore le darò notizie della faccenda che sà.

Intanto stia sano, saluti caramente tutta la sua adorabile famiglia, e mi creda suo

affezionat.mo

                                                                                                                 Angelo Mariani

[La recensione del Maestro Angelo Mariani del Mosé rossiniano, da lui diretto, fu pubblicata sulla GAZZETTA MUSICALE DI MILANO N. 18, del 4 maggio 1851, p. 84]

Transcription by Attilio Giovagnoli

Named works
Mosè

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 280 X 219 mm

Letter name LLET010312