Date: 28/1/1898



Place: Pesaro

ID: LLET010779




[Pesaro] 28 Gennajo del '98 =

Gentilissimo e Carissimo Commendatore,

alla meglio, finalmente!, posso prendere la penna in mano.- Ma ho passato dei brutti momenti.- Quando tornai da Roma, giunto alla stazione di Pesaro, misi fuori dal finestrino del treno la testa per vedere se la carrozza era venuta a prendermi: sentii subito qualcosa che mi era entrata nell'occhio destro; ma non ci feci caso: giunto alla abitazione, andai a letto (erano le 7 ant.) e dopo una mezz'ora provai tali trafitture all'occhio che credetti di perderlo: mi misi a urlare come un dannato.– Coll'aiuto di mia moglie, arrivai a scorgere nell'iride dell'occhio, vicinissimo alla pupilla, un punto nero e capii subito che quel corpo estraneo era una molecola di carbone mandato fuori dalla locomotiva del treno.– Cercai con tutti i mezzi di toglierlo; ma, non essendo nel bianco dell'occhio, mi riuscì impossibile toccare l'iride e la pupilla.– Il dolore era insoffribile, tanto che mi fasciai l'occhio e rimasi a letto; ma nella giornata le sofferenze si raddoppiarono; e verso sera, non potendo più resistere, mandai a chiamare il Direttore dell'ospedale, distintissimo chirurgo.– Non Le sto a dire i dolori atroci che ebbi a sopportare durante l'operazione: pensi che per togliere quel corpo estraneo dovettero coi ferri grattarmi forte la superficie dell'occhio, tanto quel pezzetto di carbone si era infisso tenacemente nell'iride.. Naturalmente mi avevano empito l'occhio di cocaina; ma il dolore fu ugualmente terribile.– Tolto il corpo estraneo credetti che tutto fosse finito e che bisognasse soltanto attendere la cicatrizzazione della parte lesa; ma i dolori continuarono atroci sotto l'impacco applicatomi: la palpebra superiore, fregando sul pezzetto di carbone conficcato nell'iride, era rimasta lesa anch'essa ed aveva generato una congiuntivite granulare.– Quindi altra Cura: pennellate di nitrato d'argento, irrigazioni continue, impedimento assoluto a leggere, scrivere, ecc. ecc.– Insomma un vero disastro: e sono sette giorni che soffro le pene d'inferno.– Oggi, se Dio vuole, va un poco meglio, e posso scrivere, guardando di traverso con un occhio solo.– Speriamo che finisca presto questo stato di cose che mi opprime orribilmente.–

Ecco cosa vuol dire lavorare all'Iris!–

<< Chi d' Iris fere

      d' Iride pere! >>.....

Intanto Le annunzio che oggi stesso ho spedito al Suo indirizzo una parte del primo atto, per farne preparare la partitura d'orchestra.–

Ora sto riempiendo le piccole lacune, e via via manderò qualcosa.– Il Sole è a buon punto!–

Attendo da Illica un bel brano per la morte di Iris.– Voglio roba commovente!–

Scrivo anche a Tito.–

Mille cose e tanti saluti affettuosi dal

Suo Devoto

= Mascagni =

Transcription by Archivio Ricordi
Named people
Luigi Illica

Named works
Iris

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 210 X 135 mm

Letter name LLET010779