Egregio Sig. Tornaghi!

Genova 26. Ottobre.

Oggi sono un poco più sereno. Abbiamo preso la cosa con maggiore agio, e ad ogni modo non andremo in iscena prima di Mercoledì. Se riesco a svegliare il Baritono, è sperabile che andremo benino.

Ho la fortuna di esser assai ben veduto dall’orchestra; ma a ciò ha molto contribuito l’assicurazione ch’io qui diedi a tutti, fidando sulla di Lei parola, confido pienamente, che Mariani aveva fatto piena adesione alla mia venuta in Genova. Ora, siccome alla pubblicazione del Cartellone i giornali potrebbero far qualche osservazione sulla supposta mia temerità, così io ho assoluto bisogno ed intendo sollecitissimamente munirmi di un documento, provante ch’io qui venni colla piena adesione appunto di Mariani; e della quale, ripeto, fui da Lei assicurato; e senza la quale, ripeto pure, non avrei mosso piede da Milano.

Questo documento potrebbe, anzi dovrebbe, essermi inviato telegraficamente; e potrebbe a un dipresso essere concepito così: “Mariani ringrazia l’amico Mazzucato di prestarsi a sostituirlo fino al suo ritorno in Genova”.

Fido in Lei perché io possa ottenere per domani possibilmente quanto qui domando: senza di che dovrei prendere delle risoluzioni che tornerebbero troppo dannose all’Impresa.

Ella telegrafi a Mariani, suggerendogli le parole; e Mariani potrà telegrafare o a me o a Lei.

Mi spiace importunarla per brighe che a Lei sembreranno inutili, ma che io trovo indispensabili.

Forse oggi Ella assisterà al trionfo del Don Carlo. Felice Lei!

Mille saluti cordiali ai Sigg. Ricordi.

Ogni spesa telegrafica la registri a mio debito.

E dopo ciò, voglia sempre bene al

Suo Obb.^mo

A. Mazzucato