Carissimo Sig. Giulio!

2. Febbrajo.

Per di Lei norma Le unisco, qui trascritta, una letterina che indirizzai oggi stesso a Verdi in Genova (?)

Ebbi una settimana zeppa di brighe, che non mi lasciarono un solo ritaglio di tempo, onde occuparmi seriamente della nota lettera di Verdi. La questione dorme e, dormendo, non si potrebbe attendere per isvegliarla, la prossima settimana? Altrimenti faccia Lei; ché farà benissimo. Soltanto, nel caso, La pregherei ove si trattasse di censurare i Conservatorii in genere, di non comprendere interamente nella condanna la nostra scuola di Composizione, dove ci siamo costantemente attenuti al saggio ed ottimo programma di Verdi.

Di fretta,

Tutto Suo

A. Mazzucato

Maestro mio!

Milano, 2. Febbrajo 1871

Alcuni giorni sono Voi diceste a Giulio Ricordi che non vi rammentate quasi affatto del pezzo da Voi composto per la Messa funebre consacrata a Rossini. Or bene; poiché la vostra modestia non vuol ricordarsene, ve ne darò io qualche informazione; io, che in questo punto, commosso ed attonito, ne ho finita la lettura. Voi, mio caro Maestro, avete scritto la pagina più bella, più grande e più colossalmente poetica che imaginar [sic] si possa. Nulla di più perfetto fu fatto sinora; nulla di più potrà farsi giammai.

Tale circostanza raddoppia la responsabilità della Commissione; la quale, siatene sicuro, non ne permetterà mai l’esecuzione senza la certezza che nulla manchi alla condegna interpretazione del lavoro altissimo; né la bontà dei mezzi, né il numero loro, né la convenienza del recinto.

Pregandovi …

A. Mazzucato